19 Gennaio 2012

Samuel si racconta: “L’Inter mi volle davvero”. Sul Triplete e quel gol al Siena…

E’ Walter Samuel l’ospite della trasmissione Click di Inter Channel.

SU FIRMAT – “E’ il mio paese, non sono nato lì però all’età di due anni andai a vivere in questa città. Quando ho tempo ritorno sempre perché c’è la mia famiglia, i miei amici d’infanzia quindi è un posto dove mi sento a mio agio. E’ un paese di 20mila abitanti, non è grandissimo però tutti quelli che vanno via tornano perché la tranquillità che trovano lì è difficile trovarla da altre parti. Quando torno anche io la trovo, quando giocavo al Boca forse un po’ di più, ma io con il poco tempo che ho cerco di stare con la mia famiglia e con i miei amici”.

BOCA JUNIORS – “Per me è stato speciale giocare al Boca perché sono un tifoso della squadra, quindi mi veniva la pelle d’oca in quello stadio. Ho avuto la fortuna di giocarci, di vincere un campionato e questa è stata una cosa unica per me e la mia famiglia, perché anche loro ne sono tifosi. Rimango tutt’ora un tifoso. Se mi ricordo quando mi hanno chiamato? Sì, era l’ultimo giorno di mercato, non si parlava di me, non sapevo nulla e mi hanno detto all’improvviso che mi cercava questa società. Subito sono andato di corsa perché il mercato stava per chiudere”.

ALLA ROMA DI CAPELLO – “La Roma mi lasciò giocare ancora un anno in Argentina. La trattativa non è stata lunghissima però avevo dei dubbi perché volevo restare al Boca dato che ero affezionato. Per una questione economica della mia famiglia e per ricambiare dei sacrifici che loro avevano fatto per me decisi di andare e devo dire che non me ne sono pentito per niente, perché ho passato 4 anni fantastici: è nata la mia prima figlia, quindi è una squadra che tengo nel cuore. Vittoria del campionato? Sì è stato bello, era il mio primo anno in Italia e sapevo che era un campionato molto difficile. Appena ho cominciato è stata anche un po’ dura anche perché mi paragonavo ad altri argentini che forse non avevano fatto bene. Per fortuna piano piano abbiamo iniziato bene ed è arrivato questo scudetto che per la città è stato importante. Non me lo sono goduto tantissimo perché sono andato via subito, ma per la città è stata una grande festa”.

DOPO LA ROMA, IL REAL MADRID – ” E’ stato bello, io lo rifarei anche se dietro soffrivamo un po’. Rifarei questa scelta perché giocare lì per me è stata una cosa unica, ero arrivato in uno dei club più importanti del mondo. E’ stata una bella avventura. Ho sofferto molto perché prendevamo tanti goal, però il gruppo era unito, cercavo di migliorarmi e di trovare soluzione, senza cercare scuse. Alla fine siamo migliorati arrivando secondi, però poi ho deciso di venire all’Inter”.

SULL’ARRIVO ALL’INTER E SU FACCHETTI – “In quel momento c’era lui, Facchetti. Mi ricordo che era accanto allo spogliatoio della Pinetina a parlare un po’ con me. Abbiamo fatto tutta l’intervista insieme e sicuramente è stato un piacere perché era una persona che all’Inter ha fatto la storia, quindi è stato anche un bel gesto suo stare lì vicino a me. Quando ero al Real l’unica squadra che mi ha cercato è stata l’Inter, ha creduto in me e mi ha voluto a tutti i costi. Da lì è iniziata la crescita di quell’Inter? Sì per fortuna comiciammo a vincere e questo era importante. Parte del gruppo si è mantenuto per diversi anni, e questo ci ha aiutato”.

TRIPLETE E QUEL GOL AL SIENA – “Ultimamente non ce la faccio a fare goal, prendo dei pali o li para il portiere. Quell’anno lì invece, contro il Siena quella palla entrò anche così… Un’azione da centravanti. In quel momento pareggiavamo e Mourinho mi disse di rimanere avanti, poi successe quello che è successo. Non ci potevo credere, è stato un anno fantastico e bisogna già dimenticarlo, perché ci stiamo giocando tanto anche quest’anno. Il mio rapporto con il goal’ A noi difensori capita poco di far goal, per questo ci sfoghiamo tanto. Non siamo così abituati come per esempio il Pazzo o Diego, io quando esulto faccio quello che mi capita”.

INFORTUNIO INTER-BRESCIA – “Per fortuna è passato, ma in quel momento pensavo a tutto e sapevo che dovevo ricomciare da capo perché lo stesso problema l’ho avuto anche nell’altra gamba e quindi è stato un periodo duro da accettare. L’operazione è stata importante e sapevo che problemi avrei avuto. Se ho capito subito di cosa si trattava? Sì sì ho capito subito perché si capisce. Quando poi ho cominciato a recuperare mi è tornato nuovamente l’entusiasmo perché giocare mi piace, anche se divertirsi per noi è una parola grossa, noi giochiamo ogni tre giorni”.

TANTO AFFETTO PER L’INFORTUNIO – “In quel momento è una cosa che ti fa emozionare, hanno fatto un bel gesto, non solo loro, anche in Nazionale. E’ importante questo, ad una persona che subisce qull’infortunio fa piacere questa cosa qui. Soffrivo a vedere loro preparare la partita, mentre io ancora dovevo aspettare tantissimo. E’ stata dura, tosta, ma è una cosa normale. Anche Burdisso che è mio amico ha avuto lo stesso problema, l’ho rivisto in Argentina, mi è dispiaciuto ma penso che anche lui abbia ricevuto tanto affetto dalla gente”.

INTER, COLONIA ARGENTINA – “Ci divertiamo, ognuno ha il suo ruolo: Zanetti serve ai tavoli e Cambiasso fa la provoleta. Insieme ci mettiamo lì, quando è iniziata la storia dell’Asado eravamo in tanti: c’era Kily Gonzalez, Julio Cruz, Hernan Crespo. Adesso siamo di meno quindi mi ci metto io, anche se non siamo degli esperti. Prima c’era anche Burdisso che era bravo a farlo. Comunque riesce molto bene, nessuno si lamenta, anzi mangiano. Come me la cavo in cucina? Mi piace cucinare alla griglia il pollo, i piatti italiani non li so fare, mia moglie insomma…”.

L’HOBBY DI SUONARE LA CHITARRA – “Mi piace ascoltare tanta musica, adesso ho un po’ mollato la chitarra perché Nicolas Burdisso che mi aveva spinto a suonarla non è più con noi. Lui era un professore, mi insegnava tutto, quindi cerco un sostituto (ride ndr). Sinceramente è difficile perché hai bisogno di tempo e io a casa con i bimbi ne ho poco e con loro comunque era complicato suonare perché venivano e te la toccavano. Provo anche in ritiro a suonare ma è difficilissimo, tra l’altro piace anche a Pupi e l’altra volta me lo diceva. A lui piace cantare”.