Nazionali, cosa manca a Bastoni per essere titolare nell’Italia di Mancini?
Nonostante le grandi prestazioni con l'Inter, il centrale fa ancora fatica a trovare il postoIl salto di qualità di Alessandro Bastoni nel corso degli ultimi tre anni di Serie A è un fatto innegabile. Il centrale nerazzurro ha accumulato il primo stralcio di vera esperienza del campionato italiano con il Parma nella stagione 2018/2019. Nell’anno seguente è arrivato il grande salto all’Inter. Dopo un periodo di ambientamento, il difensore classe 1999 è riuscito a strappare un posto da titolare nella difesa a tre di Antonio Conte conquistando, nel campionato successivo, lo Scudetto da titolarissimo. Anche con mister Inzaghi, Bastoni ha il posto fisso da “braccetto” di sinistra. Neanche l’esperienza in Europa gli manca: una finale di Europa League e una Champions League nel suo curriculum.
Tutti dati che lo consacrano come uno dei difensori più promettenti del panorama italiano. Ma Bastoni non è solo promessa, come dicono i fatti. É realtà: può solo migliorare ma il livello raggiunto dall’ex Atalanta è già alto. La storia in nerazzurro però non va di pari passo con la carriera in Nazionale. Dal giorno del suo esordio in azzurro, infatti, Alessandro Bastoni è sceso in campo 6 volte sulle 14 partite in cui era stato convocato.
Nel recente Europeo vinto dall’Italia, il difensore dell’Inter ha giocato soltanto la partita contro il Galles che certamente non aveva avuto lo stesso valore degli altri match di EURO 2020. In assenza di Chiellini, negli scontri importanti, il c.t. Mancini gli ha preferito Acerbi (in Italia-Austria 2-0). Puntare sull’esperienza in una competizione come quella dell’Europeo, alla lunga, si rivela essere sempre la mossa giusta. La scelta di Roberto Mancini, quindi, di contare su un veterano come Acerbi non è discutibile.
Le ultime scelte di formazione per la partita di ieri sera tra Italia e Bulgaria però fanno riemergere la questione. Anche questa volta, Mancini ha preferito schierare Acerbi rispetto a Bastoni. Una cosa, quindi, è certa: nella testa del commissario tecnico, il centrale dell’Inter non è ancora un titolare. Cosa manca quindi al nerazzurro? Si tratta di una scelta basata esclusivamente sull’età e l’esperienza di Acerbi? Eppure, è stato lo stesso Mancini (con la storica convocazione di Zaniolo) a sdoganare il pregiudizio per cui se sei giovane, devi aspettare.
IL CONFRONTO – Ho preso in considerazione, quindi, dei dati tattici e statistici per sottolineare le differenze tra i due difensori e perché Mancini preferisca uno all’altro. Il primo numero da sottolineare è il numero di partite in una difesa a 4 dei due giocatori. Bastoni ha giocato in una difesa a quattro, da professionista, solamente nell’esperienza a Parma. Acerbi, invece, ha praticamente giocato per quasi 5 anni in un sistema a 4 al Sassuolo e ora è tornato a quel sistema con l’arrivo di mister Sarri sulla panchina della Lazio.
In molti aspetti i due difensori si assomigliano: nei dati, ma anche nelle caratteristiche. Entrambi mancini e rocciosi, c’è però una sola sostanziale differenza: i duelli aerei. Acerbi, infatti, registra in carriera il 72% (secondo Statsbomb) dei duelli aerei vinti. Percentuale decisamente più bassa per Bastoni: 59%. Questo può incidere in competizioni e partite in cui ci si gioca tutto. L’abitudine a giocare in una difesa a 4, la bravura nei colpi di testa e l’esperienza in generale: tutti ingredienti che in questa Nazionale possono fare la differenza.
La sensazione, quindi, è che ci vorrà ancora del tempo per vedere Bastoni titolare nella Nazionale italiana. L’ormai vicino ritiro di Chiellini e l’età di Acerbi inducono a pensare che non manchi molto per il centrale nerazzurro: un improvviso cambio di sistema da parte di Mancini potrebbe accelerarne il processo ma una difesa a tre non sembra essere all’orizzonte per il c.t., che punterà ancora nel 4-3-3 vincente all’Europeo.