Inzaghi, futuro a Milano compromesso: 9 sconfitte e poca lucidità
Il destino del tecnico sembra ormai segnato
D’accordo, tutti i tifosi interisti ieri sera si sono sentiti in parte defraudati, visto che, come spesso accaduto nel Derby d’Italia, un episodio arbitrale in favore della Juventus ha deciso una delle partite più importanti dell’anno. Nel calcio però bisogna anche saper essere obbiettivi, vedere oltre il proprio naso. E capire quando c’è qualcosa che non va. Proprio quello che non sa fare Inzaghi.
L’Inter a prescindere dall’episodio arbitrale, ieri sera ha meritato ampiamente la sconfitta. Lenta, macchinosa, prevedibile e senza carattere, la squadra ha inanellato la nona sconfitta. In 27 partite. Una spaventosa media di una sconfitta ogni tre gare. Vergognoso. Giocando male, senza mai gettare il cuore oltre l’ostacolo, sempre in balia dei propri limiti e del proprio nervosismo. Lo specchio perfetto di un allenatore che probabilmente non è all’altezza di palcoscenici come questi. E non traggano in inganno i quarti di Champions, arrivati anche con una buona dose di fortuna.
Anche ieri sera Inzaghi è stato incapace di vedere i veri problemi della squadra e di fare un sincero mea culpa. Si è concentrato esclusivamente sull’errore arbitrale, parlando di una buona partita dei suoi nonostante una prestazione a tratti imbarazzante di quasi tutto l’organico. La giustificazione della stanchezza post Oporto non regge: i nerazzurri hanno fornito l’ennesima prestazione ridicola di questa stagione, specie a livello mentale. E aggrapparsi sempre all’arbitro non ha senso dopo partite giocate tanto mollemente.
Ormai è difficile pensare a un epilogo di stagione che non contempli l’esonero. Anche con eventuali “miracoli” in Champions League, Inzaghi sembra già lontano dall’Inter: la squadra gli sta sfuggendo di mano. Ed è impensabile che la dirigenza accetti un ruolino di marcia che non è da metà classifica solo per il livello bassissimo della nostra Serie A. Con 9 sconfitte a marzo si dovrebbe lottare per rimanere nella parte sinistra della classifica, non per andare in Champions League. Non facciamoci quindi ingannare da una posizione in classifica non così disastrosa: in campionato l’Inter sta fallendo alla grande. Ed è inevitabile che a giugno poi questo venga tenuto in conto. Bisogna guardare in faccia la realtà: aggrapparsi a trofei minori, vittorie prestigiose e qualificazioni ottenute, non è il biglietto da visita di un grande tecnico. O si fa il salto di qualità e si matura, o il destino è segnato.