3 INDICAZIONI dalla seconda amichevole dell’Inter
L'analisi della sfida con la Pergolettese
Possiamo dire che l’Inter ha concluso la primissima fase della sua preparazione estiva, quella scandita dalle amichevoli ad Appiano Gentile senza tifosi e con il sottofondo di urla e richiami degli allenatori. Da sabato prossimo, infatti, i campioni d’Italia in carica cominceranno ad accostarsi a partite e contesti più simili a quelli che da agosto in poi li vedranno impegnati nella stagione più lunga di sempre.
Dopo il Lugano, la squadra di Simone Inzaghi ha battuto anche la Pergolettese e nuovamente di misura: 3-2 agli elvetici, 2-1 alla formazione di Serie C. I nerazzurri sono ancora (normalmente) appesantiti e tantissimi i giocatori mancano all’appello, ma la gara di oggi offre alcuni spunti, al netto del peso specifico dell’avversario e della data. Perché al 22 luglio non ci si può mai prendere troppo sul serio. E così, anziché concentrarci sui risultati, può risultare più utile approfondire le situazioni di alcuni singoli, allargando il raggio alla stagione che verrà e agli impegni che conteranno, quelli sì, per davvero. Ecco, dunque, tre indicazioni che abbiamo raccolto da Inter-Pergolettese 2-1:
Bisseck è già (sorprendentemente) in forma
Chi segue il calcio da un po’ di anni lo sa benissimo: la stazza dei giocatori è inversamente proporzionale alla rapidità con la quale entrano in forma. Ebbene, a questa sorta di regola sembra fare eccezione Yann Bisseck, apparso fra i più pimpanti nella sfida alla Pergolettese. Il difensore tedesco si è messo in mostra con due stacchi di testa imponenti nel primo quarto d’ora, andando vicinissimo al gol. Più in generale, si è sempre mantenuto in proiezione offensiva dando sfogo al suo atletismo e all’esuberanza fisica.
Certo, c’è da dire che i nerazzurri hanno trascorso praticamente tutta la partita nella metà campo avversaria, ma le ottime risposte di Bisseck depongono molto bene in vista della nuova stagione in cui sarà chiamato a fare un ulteriore passo avanti, dopo un’ottima annata al debutto. Benjamin Pavard tornerà tardi dalle ferie ed è importante che il numero 31 sia al 100% per l’inizio del campionato. Un punto sul quale torneremo fra poco, ma per un altro reparto.
Zielinski e Mkhitaryan, insieme si può
Da quando ci divertiamo a disegnare le due Inter, ovvero quella dei titolari e delle presunte riserve, riteniamo sempre Piotr Zielinski ed Henrikh Mkhitaryan come alternativi nel ruolo di mezzala sinistra, specularmente a quanto accade sul lato opposto con Nicolò Barella e Davide Frattesi. E in effetti probabilmente andrà proprio così, con l’armeno – almeno ai nastri di partenza – destinato a partire davanti nelle gerarchie.
Le contingenze attuali, ovverosia Barella e Frattesi ancora in vacanza dopo gli Europei, hanno spinto però Simone Inzaghi a schierare contemporaneamente i due centrocampisti per i primi 45 minuti, visto che il polacco è stato sostituito all’intervallo. Zielinski e Mkhitaryan si sono trovati benissimo, con il primo che si è adattato sulla destra (nel regno di Barella, per intenderci) e il secondo nel suo ruolo prediletto. L’ex Napoli ha mostrato dei lampi di classe, fra cui un delizioso controllo orientato con la quale ha eluso la marcatura di due avversari, cui ha fatto seguito una conclusione di sinistro (dovuta al ruolo, appunto) terminata fuori. Buoni, ottimi segnali.
L’armeno è stato probabilmente il migliore in campo: sempre nel vivo del gioco, costantemente pericoloso, intensità in entrambe le fasi e due palloni illuminanti con i quali ha mandato i compagni soli davanti al portiere. Nel secondo tempo Carlos Augusto ha colpito il palo, ma nella prima frazione Mehdi Taremi non ha perdonato. E veniamo all’iraniano, allora.
Ci serve questo Taremi
Dall’ex centravanti del Porto passerà tanto, anzi tantissimo del 2024-25 dell’Inter. La scorsa stagione, rivelatasi trionfale per i nerazzurri (non bisogna neppure spiegare perché, basta semplicemente pensare a cosa facevamo tre mesi fa), c’era una lacuna in rosa e rispondeva alla voce “attaccanti di riserva“. Il difetto strutturale è stato parzialmente colmato proprio con l’arrivo di Taremi, anche se molti tifosi – e non hanno tutti i torti – chiedono a gran voce un altro innesto davanti.
In attesa di vedere cosa ci riserverà il calciomercato, è importante notare come l’iraniano sembri già pienamente inserito nei meccanismi di gioco di Simone Inzaghi. Contro il Lugano si è procurato un rigore, l’ha segnato e poi ha realizzato la rete del 3-2; con la Pergolettese ha timbrato ancora il cartellino con il gol dell’1-0. Siamo a tre gol in due partite, ma si era detto di non prendere troppo sul serio il calcio di luglio. Non lo faremo, allora, ma c’è stata già occasione per capire che tipo di giocatore sia Taremi: un 9 e mezzo capace di combinare il killler-instinct sotto porta al costante contributo all’impostazione di squadra, che si materializza nel momento in cui abbassa il suo raggio d’azione per aiutare i compagni. Tornerà molto utile, quando calcio di luglio non sarà più e l’Inter avrà bisogno di respirare risalendo il campo, ma soprattutto nei momento in cui ci sarà necessità di un attaccante goleador che vada oltre i soliti noti.
L’anno scorso, quando Lautaro Martinez e Marcus Thuram hanno vissuto un periodo di appannamento dovuto al sovrautilizzo forzato da parte di Simone Inzaghi, sono stati dolori in Champions League. In campionato, fortunatamente, i punti di vantaggio erano abbondantemente in doppia cifra. Tra meno di un mese, però, si partirà tutti alla pari e il +19 dell’anno scorso non scenderà in campo. Lo farà Taremi, molto probabilmente, già dalla prima giornata a Genova, visto che Lautaro e Thuram torneranno ad agosto. L’iraniano sarà uomo fondamentale per una squadra che promette – almeno sulla carta – di non sacrificare competizione alcuna. Se poi arrivasse un’aggiunta in attacco dal mercato, da buon proposito diventerebbe obbligo.