10 Febbraio 2014

EDITORIALE – Lo spirito giusto

di Giorgio Crico.

Non sarà stata la partita del cinquantennio, non sarà stata Inter-Barcellona per chi crede che la partita più bella degli ultimi cinquant’anni sia quella, non sarà stata un grande spettacolo ma è stata una vittoria. Una vittoria convincente che vale come oro colato in questo momento e che, chissà, magari ha davvero “rotto l’incantesimo”, come diceva Mazzarri.

Forse è solo ottimismo post tre punti o forse no, ma ieri sera l’Inter ha disputato la partita migliore degli ultimi tempi e non solo perché ha concluso i 90′ avendo vinto. Ha giocato una gara finalmente buona (per una partita ottima c’è ancora tempo) anche perché lo spirito con cui gli undici titolari sono scesi in campo è stato diverso dalle ultime apparizioni, giustamente diverso.

S’è ripresa compattezza, velocità negli scambi sugli esterni e grazie al Cielo quella convinzione nei propri mezzi che ha latitato da inizio dicembre anche in quel di San Siro. Tutto questo è merito di una buona campagna acquisti che ha un po’ fatto rinsavire l’ambiente (dunque anche di quell’Hernanes col quale allenarsi fa sempre bene allo spirito) ma soprattutto di Walter Mazzarri, capace di tenere compatto il gruppo nonostante una brutta e decisa crisi di gioco e risultati. WM peraltro è stato anche in grado di riuscire a rendere Fredy Guarin il giocatore schierato contro il Sassuolo appena una settimana dopo Juventus-Inter.

Ora si tratta di riuscire a riportare nel “respiro di squadra” anche le promesse più giovani e fin qui spaesate come Kovacic, Taider o Icardi, senza però dimenticare la completa rigenerazione dei senatori: ieri è toccato a Samuel, speriamo che entro poche partite possa sbloccarsi anche Diego Milito e chissà che non possa rivedersi al meglio in qualche uscita ancora persino capitan Zanetti.

Una menzione speciale la merita il sempre enorme Rodrigo Palacio: anche la neo squadra di Malesani ha sofferto maledettamente la continua corsa, il valore tecnico e l’intelligenza tattica del Trenza. Il numero 8 s’è disimpegnato alla grande sia con sia senza Milito davanti e gli è mancato solo il gol per coronare una prestazione quasi immacolata.

Tutto questo ora venga preso, archiviato e migliorato per finire al meglio il campionato e magari togliersi qualche soddisfazione. Intanto adesso ci sarà la difficile trasferta di Firenze contro una squadra sempre bella e molto insidiosa, com’è la Viola di Montella.

Ma anche il viaggio in Toscana, con questo famoso “spirito giusto”, fa un po’ meno paura.