3 cose che (forse) NON hai visto in Udinese-Inter
Alcune curiosità emerse dalla gara in Friuli
Udinese-Inter è stata presentata (giustamente) alla vigilia come una gara molto delicata per i nerazzurri, reduci da tre partite senza vittorie e da una brutta sconfitta nel derby. La squadra di Simone Inzaghi si è imposta per 3-2 offrendo buone risposte in termini di atteggiamento e approccio, palesando tuttavia alcune lacune difensive già emerse negli impegni precedenti.
Ci sono, in generale, alcune curiosità nell’Inter che forse non tutti hanno notato, all’interno di una partita convulsa e sofferta fino all’ultimo secondo. Eccone tre:
1) Al minuto 75, Simone Inzaghi sceglie di intervenire in difesa e di far entrare Stefan de Vrij: ci si chiede chi sarà a uscire, se Francesco Acerbi o Alessandro Bastoni. La scelta ricade sul secondo. Si tratta di un cambio già visto l’anno scorso, che però nasconde una sorpresa. Se nel 2023-24 l’olandese andava ad occupare la posizione di centrale nel trio, con Acerbi dirottato a sinistra, questa volta De Vrij si posiziona sulla destra e Yann Bisseck cambia corsia mettendosi sulla sinistra, lasciando Acerbi al centro. Una novità che forse rivedremo in questa stagione, anche perché il tedesco in carriera ha giocato più sul centrosinistra che sul centrodestra, prima di arrivare all’Inter.
2) Alla vigilia della partita, in molti si aspettavano un turno di riposo per Henrikh Mkhitaryan. Il centrocampista armeno sin qui ha reso sotto le aspettative e per questo veniva ipotizzata (e in alcuni casi auspicata) la titolarità di Piotr Zielinski. Alla fine Inzaghi ha scelto ancora l’ex Roma, che anche al Bluenergy Stadium non è stato autore di una prova sfolgorante. Tuttavia, le statistiche fanno emergere un dato interessante: Mkhitaryan è stato il migliore in campo per palloni recuperati (8) davanti ad Ehizibue (7) e a Bastoni (5). Il numero 22 ha toccato 58 palloni facendo registrare un 91% in quanto a precisione dei passaggi.
3) Concentrandoci più sul lato tattico, l’Inter è andata in difficoltà in difesa anche ieri. Negli occhi di tutti ci sono i due gol subiti. Il primo è stato ancora una volta incassato dopo un cross e un colpo di testa, come già successo più volte in questo avvio di stagione; il secondo addirittura in contropiede, quando l’Inter conduceva 3-1. Il problema a monte è forse da rinvenire in una distanza fra i reparti che risulta ancora molto ampia. La squadra è lunga e tale aspetto veniva messo a nudo soprattutto nei momenti in cui Davis riusciva a fare da sponda, liberando Thauvin che si muoveva alle spalle di Hakan Calhanoglu. In più di una circostanza, l’Inter ha dovuto rincorrere per chiudere. C’è da migliorare.