Analisi

4 cose che (forse) NON hai visto in Inter-Torino

L’Inter ha battuto il Torino 3-2 centrando la terza vittoria consecutiva fra Serie A e Champions League. Dopo il bruciante ko nel derby, la squadra di Simone Inzaghi si è rialzata battendo Udinese, Stella Rossa e gli stessi granata. Nell’approfondimento di Passione Inter, andiamo a evidenziare alcuni aspetti che forse sono passati inosservati nella gara di San Siro:

1) Simone Inzaghi conosce bene la predisposizione difensiva del Torino e ha preparato la gara di conseguenza. I granata di Paolo Vanoli chiudono ermeticamente gli spazi centrali ed è per questo che l’Inter ha provato soprattutto ad allargare il gioco. L’uomo deputato a smistare i palloni verso gli esterni era ovviamente Hakan Calhanoglu, che infatti ha terminato la partita con un numero di palloni toccati letteralmente impressionante: 145.

2) Seguendo questo filone, sono risultati preziosissime le sovrapposizioni costanti dei difensori. E non è un caso che, in quante a occasioni create, i migliori quattro interpreti dell’Inter siano lo stesso Calhanoglu (3), Alessandro Bastoni (4), Benjamin Pavard (3) e Francesco Acerbi (3). Già, Acerbi ha fatto sì che non fossero soltanto i terzi a proiettarsi in avanti, ma anche il centrale: l’ex Lazio ha servito anche l’assist del secondo gol a Marcus Thuram con un gran cross. Le heatmap ci dicono che Acerbi ha agito molto a sinistra, mentre Bastoni – soprattutto nel primo tempo – ha giocato a tutto campo, facendo il trequartista e il regista delle azioni offensive, pure a destra o al centro, quando Acerbi prendeva il suo posto. Di seguito le heatmap dei due:

3) Vista la grande densità creata dal Torino sia a metà campo che nella propria area, esasperata poi dall’inferiorità numerica durata 70 minuti, l’Inter ha provato più volte del solito la soluzione che per eccellenza (insieme al dribbling, non propriamente il punto di forza dei nerazzurri) riesce a scardinare le difese chiuse: il tiro da fuori area. Con Calhanoglu, certo, ma anche con Piotr Zielinski quando è entrato nel secondo tempo. E da una conclusione del polacco, respinto da Milinkovic-Savic, stava per nascere il primo gol in Serie A di Mehdi Taremi, evitato ancora dal portiere granata. È una soluzione che l’Inter forse può provare di più in futuro, considerati gli interpreti: il turco, il polacco ma anche Nicolò Barella, quando tornerà a disposizione.

4) A proposito dell’assenza di Barella, la prestazione di Davide Frattesi non è stata sfavillante come con l’Udinese, quando oltre ad andare in gol aveva anche gestito sapientemente il possesso e aiutato in fase di ripiegamento. Ieri non ha rubato l’occhio, ma si è rivelato molto utile per il modo in cui ha agito da attaccante in numerose circostanze, riempiendo l’area e facendo sì che il Torino andasse in difficoltà rispetto ai piani. Si prenda ad esempio il primo gol: in area ci sono lui, Lautaro Martinez e Thuram contro tre difensori. Se ci fossero state solo le due punte, probabilmente le marcature del Torino avrebbero funzionato meglio. E Thuram non avrebbe sbloccato la partita, con il primo di tre capitoli nell’arco di 90 minuti che ne fanno il capocannoniere della Serie A.

Simone De Stefanis

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