Analisi

4 cose che (forse) NON hai visto in Inter-Venezia

La notte di San Siro ha regalato numerose emozioni ai tifosi di Inter e Venezia. Dopo che nel primo tempo i nerazzurri non sono riusciti a portarsi in vantaggio, la pressione è aumentata nella ripresa ed è culminata ne gol di Lautaro Martinez. Nel mezzo tante occasioni sciupate, due grandi parate di Yann Sommer e il brivido finale del gol annullato a Sverko per fallo di mano all’ultimo secondo.

Nel consueto approfondimento di Passione Inter, andiamo ad analizzare alcuni aspetti che forse non sono stati notati durante Inter-Venezia.

1) L’Inter continua a produrre una quantità enorme di occasioni da gol ma segna poco in rapporto a quanto creato. Ieri Thuram ha sfruttato male almeno tre occasioni limpide, Mkhitaryan ha fallito un gol e gliene è stato annullato un altro per centimetri. Simone Inzaghi ha battuto ancora sul tema dei gol sbagliati e i numeri gli danno ragione: 20 tiri totali, ma soprattutto 8 tiri in porta con un solo gol. Filip Stankovic migliore in campo per il Venezia, ma anche tante responsabilità di un’Inter che sotto porta è sovente leziosa, leggera e poco cattiva. E così la paghi, come contro la Juventus, o rischi di pagarla, come col Venezia.

2) Per la quarta partita consecutiva, l’Inter ha dovuto rinunciare ad Hakan Calhanoglu da titolare. E per la seconda volta a sostituirlo è stato Piotr Zielinski, analogamente a quanto successo con i bianconeri. In realtà, le mezzali che in questo periodo si sono disimpegnate da registi, ovvero Nicolò Barella ed Henrikh Mkhitaryan, si sono spesso scambiati di posizione con il polacco, anche per non dare molti riferimenti all’avversario. Zielinski ha offerto qualche segnale incoraggiante da centrale, ha gestito più palloni e provato più soluzioni in verticale, ma rimane un tema da analizzare: solo 2 palloni recuperati e un contrasto a terra vinto su 5 tentati, 2 dribbling riusciti. La differenza con Calhanoglu continua ad essere tangibile e non è un caso che l’ingresso del turco si sia fatto sentire.

3) Capitolo arbitraggio. Il video di Sverko che ammette il fallo di mano sgombera il campo da ogni dubbio (qualora ce ne fossero), ma c’è dell’altro di cui discutere. La direttrice di gara Ferrieri Caputi, se ci limitiamo alle sue decisioni live senza l’ausilio del Var, si è resa protagonista di diverse sviste. La più grave, quella sul presunto fallo di Denzel Dumfries nei confronti di Haps: si tratta di un contatto di gioco, il fischio è esagerato e senza quest’ultimo sarebbe stato rigore netto per l’Inter (lo ammette anche Tuttosport). Ma allora, se il metro di giudizio è questo, come può quello di Sverko non essere fallo su Bisseck nel finale, quando gli mette entrambe le mani addosso per saltare? Inoltre, Ferrieri Caputi non vede un evidente fallo di mano di Svoboda sul tiro di Taremi, ma viene “salvata” dalla punta dello scarpino di Thuram con conseguente fuorigioco.

4) In molti si sono chiesti il motivo di un Lautaro Martinez furioso a fine partita. La rabbia del capitano nerazzurro – come ammesso davanti ai microfoni – non nasce dal gol poi annullato di Sverko, bensì dalla decisione sui 7 minuti di recupero. Troppi. secondo il Toro, se rapportati agli zero del primo tempo quando il gioco era stato più volte spezzettato. E anche in questo caso, due pesi e due misure.

Simone De Stefanis

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