Analisi

5 cose che (forse) NON hai visto in Roma-Inter

Roma-Inter è stata una partita complicata, che i nerazzurri sono riusciti a portare a casa grazie al gol di Lautaro Martinez, al termine di una prestazione di grande carattere, che ha permesso di superare le difficoltà. Non è stata la partita tecnicamente migliore degli uomini di Inzaghi, ma al rientro dalla sosta, e all’alba di un ciclo durissimo, è difficile chiedere di più.

Ci sono, in generale, alcune curiosità nell’Inter che forse non tutti hanno notato, all’interno di una partita complicata, segnata dagli infortuni dopo pochi minuti di Calhanoglu e Acerbi. Eccone cinque:

1) Da non sottovalutare, in primis, c’è la prestazione di Marcus Thuram. Se Lautaro Martinez ha trovato la via del gol, il francese è stato lo spauracchio costante per la difesa della Roma. 0,40 i suoi xG, contro 0,18 del Toro. Rispetto alle ulltime uscite, poi, ha giocato meno da bomber, facendosi trovare mediamente più in basso, per legare il gioco e provare poi a lanciarsi nello spazio e sorprende la retroguardia giallorossa.

2) A spiccare su tutto, però, è stata la prestazione difensiva dell’Inter, capace di soffrire, ma senza correre grandi rischi (le parate migliori di Sommer sono arrivate solo su tiri dal limite dell’area. Da citare, allora, le prestazioni di Stefan De Vrij e Benjamin Pavard. Il primo è entrato a freddo, ma ha praticamente annullato Dovbyk; mentre il secondo ha risposto a qualche critica di troppo ricevuta in questo inizio di stagione. Sono loro i simboli della ritrovata solidità difensiva dei nerazzurri.

3) Nicolò Barella regista per sostituire Calhanoglu: promosso o bocciato? Da lodare c’è senza dubbio l’atteggiamento del centrocapmista (al rientro dall’infortunio), tant’è che è risultato essere il miglior giocatore della partita per palloni recuperati e quello che ha percorso di gran lunga più chilometri. A livello tattico, però, c’è da lavorare tanto, specie in fase di possesso: la gestione non è stata sempre lucidissima e la manovra nerazzurra è risultata così meno ariosa del solito.

4) Per difendere il vantaggio, l’Inter non si è vergognata di difendere nel finale col 5-4-1. Si può dire che Inzaghi e la squadra hanno imparato la “lezione del derby”: quando ci sono difficoltà è giusto trovare anche altre vie per portare a casa la partita, non passando per forza sempre dal gioco classico, che può esporre a rischi maggiori.

5) Al fischio finale diversi giocatori dell’Inter si sono buttati a terra stremati, segno dell’enorme dispendio fisico e delle gambe pesanti. La partita è stata agonisticamente molto impegnativa e il terreno zuppo dell’Olimpico non ha di certo aiutato. Da capire come Inzaghi e il suo staff gestiranno le energie per i prossimi impegni.

Enrico Traini