Analisi

6 cose che (forse) NON hai visto in Young Boys-Inter

L’Inter probabilmente sperava in una trasferta più tranquilla, ma anche contro lo Young Boys è arrivata la cosa più importante: la vittoria e i 3 punti. A Berna, Thuram ha risolto nel recupero una gara complicata, permettendo ai nerazzurri di proseguire al meglio il percorso in Champions League

Ci sono, in generale, alcune curiosità nell’Inter che forse non tutti hanno notato, all’interno di una gara segnata dall’errore dal dischetto di Arnautovic e da un altro infortunio muscolare, questa volta a Carlos Augusto. Eccone sei:

1) Il primo elemento, del quale si era discusso tanto alla vigilia era il campo sintetico del Wankdorf Stadion. Ed effettivamente è stato un fattore: in tanti, su tutti De Vrij nel post-partita, hanno confermato che il pallone schizzava in maniera imprevedibile, viaggiando a una velocità maggiore del solito. Lo sforzo muscolare, pertanto, era maggiore e questo ha favorito lo Young Boys, più abituato e capace di leggere molto meglio le traiettorie e di essere sempre in anticipo nella lettura delle posizioni. E poi c’è il fattore rischio infortuni, sottolineato da Marotta nel pre-partita, con il ko di Carlos Augusto a confermare i timori della vigilia.

2) A rendere più ostica la gara ci ha pensato anche il piano partita dello Young Boys. Gli svizzeri hanno studiato molto bene l’Inter, cambiando assetto e difendendosi spesso a cinque per non avere inferiorità numerica nei duelli difensivi e nei cambi campo. Il loro pressing alto, poi, ha messo in difficoltà il giro palla dell’Inter, che ha approfittato poco della spaccatura in due tronconi della compagine elvetica.

3) Il primo tempo è stato difficile, come sottolineato da tutti nel post-partita. Dopo 26 minuti lo Young Boys aveva tirato 9 volte, contro le 0 dell’Inter. A fine gara, però, le statistiche segnano 20 a 19 per i padroni di casa, con xG di 0,92 a 3,27 di XG, di cui 2,8 accumulati dall’Inter nel secondo tempo. Il dato è chiaro: tanto fumo per gli svizzeri, ma le occasioni vere sono state di marca interista.

4) Barella non è un regista e anche ieri ha sbagliato diverse scelte che, ma non è automatico che il problema di impostazione sia stata l’assenza di Calhanoglu con Barella al suo posto. Anche le assenze di Bastoni e Dimarco sono state fondamentali. Privarsi di troppe fonti di gioco tutte insieme è un qualcosa che l’Inter fatica a permettersi in questo momento.

5) Con la Roma i migliori sono stati i subentrati e a Berna è successa la stessa così. Lo ha sottolineato Inzaghi, scansando il discorso sulla necessità dell’ingresso dei titolari per vincere in Champions League e specificando come l’Inter abbia bisogno dell’apporto di tutti in ogni gara.

6) Infine, una nota importante a livello ambientale: al momento del gol di Thuram, Inzaghi è corso a consolare Arnautovic per il rigore sbagliato. Il tecnico ha spiegato dopo la gara che l’austriaco era rigorista (insieme a Taremi) e che l’errore non cambia quello che di buono sta facendo. Parole da vero leader del tecnico interista.

Enrico Traini

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