Il day-after dell’Inter dopo il pareggio contro la Juventus è parecchio amaro, viste le modalità con cui si è arrivati al pareggio. All’interno di una partita che è stata folle e che ha fatto infuriare Simone Inzaghi, abbiamo isolato X cose che forse non hai visto di Inter-Juventus 4-4.
1) Partiamo dalle note positive, più difficili da rintracciare nel festival del masochismo nerazzurro andato in scena ieri a San Siro. L’Inter ha segnato 4 gol a una Juventus che ne aveva subito uno solo in otto partite e che in generale è la squadra di Serie A che concede di meno ai propri avversari. Vero, due reti sono arrivate su calcio di rigore, ma la squadra di Inzaghi ha avuto numerose occasioni per segnare il 5-2 (sprecandole malamente), producendo quindi molte occasioni in più del previsto. Se ci limitiamo solo alla classifica e non guardiamo la natura di questo pareggio, l’Inter mantiene comunque il secondo posto ed è a -4 da un Napoli che però adesso comincerà un calendario di fuoco. In generale, nelle ultime 6 partite l’Inter ha ottenuto 5 vittorie e 1 pareggio: un bottino che solo il Liverpool è riuscito a ottenere nei top 5 campionati europei.
2) Come sempre in questi casi, sorge spontaneo paragonare questa Inter a una delle passate stagioni, sempre con Simone Inzaghi alla guida. E certo, questa subisce più gol di quella dell’anno scorso, è sfilacciata in fase difensiva come due anni fa ma all’epoca aveva già perso 4 partite e oggi una. Se proprio dobbiamo fare un confronto, il più sensato (non per eccesso di ottimismo) sembra essere quello con la seconda Inter di Antonio Conte che andò poi a vincere lo scudetto. Quella squadra aveva incassato e segnato 2 gol in più (segnandone altrettanti) e così come oggi aveva perso solo una partita. Il primo posto distava 5 punti, contro i 4 di oggi.
3) Passiamo ai lati negativi. Il primo ci dice che Thiago Motta si conferma allenatore capace di infastidire parecchio Simone Inzaghi e i suoi codici di gioco. La scelta di schierare Weston McKennie e Nicolò Fagioli in posizione più avanzata e dietro la mediana dell’Inter, con il solo Locatelli dietro, ha creato più di qualche grattacapo ai nerazzurri. La sfida fra i due allenatori si è svolta in maniera analoga a quanto accaduto in Inter-Bologna di Coppa Italia l’anno scorso: assetto indovinato da Motta, Inzaghi trova le contromisure a partita in corso ma poi il tecnico avversario cambia la partita con i cambi, in particolare con Kenan Yildiz.
4) L’Inter sta manifestando seri problemi in fase difensiva. I quattro gol presi ieri dalla Juventus sono stati uno più brutto dell’altro: in tre occasioni i nerazzurri avevano la difesa schierata, mentre sul primo gol di Yildiz la squadra si è sbilanciata in maniera immotivata, con due gol di vantaggio, portando addirittura Stefan de Vrij al pressing ultra-offensivo su una rimessa laterale. Fra l’altro, i dati dimostrano che quest’anno l’Inter prova ad aggredire gli avversari ancora più alti, ma lo fa con intensità e velocità insufficienti.
5) Parlare a posteriori è sempre facile, ma i cambi di Inzaghi entrano prepotentemente nel mirino. Non era arduo intuire che schierare Yann Bisseck in una situazione così delicata fosse un po’ azzardato. E infatti il tedesco, piazzato fra l’altro sulla stessa catena di Denzel Dumfries (sulla destra), è entrato a pieno titolo fra i colpevoli – in tandem con l’olandese – nei due gol di Yildiz. La cosa lascia ancora più amarezza se pensiamo alla grande partita disputata fino a quel momento da Benjamin Pavard, unico dei tre difensori a non aver concesso sbavature, ma anzi molto positivo. Il cambio sistematico degli ammoniti è ancora una volta un tema. Meno prevedibile, invece, il brutto impatto di Davide Frattesi sulla partita. Il romano non è un palleggiatore, ma lascia perplessi la mancanza di cattiveria, come in occasione del mancato fallo tattico sul 4-3 della Juventus. Piotr Zielinski sarebbe stato forse più utile nella gestione del pallone sul risultato di 4-2.
6) Simone Inzaghi deve intervenire al più presto sulla testa dei giocatori e sui difetti emersi sin qui, tra cui l’inefficacia della fase di pressing che porta a subire troppo dietro. Nelle sue riflessioni, l’allenatore sicuramente si troverà davanti a un dato particolarmente eloquente: l’anno scorso l’Inter fino a marzo non aveva mai subito gol negli ultimi 15 minuti, quest’anno è la squadra che ne subisce di più in quella fase di match. È successo contro Genoa, Monza, Milan, Udinese, Torino e Juventus.
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