Grande serata di Champions League a San Siro per l’Inter, che batte un avversario di primo livello e si lancia nei posti più alti della classifica. Nella 4a giornata, contro l’Arsenal ai nerazzurri è bastato un rigore di Calhanoglu.
Ci sono, in generale, alcune curiosità nell’Inter che forse non tutti hanno notato, all’interno di una una gara per larga parte difensiva, segnata da un grande lavoro di sacrificio di tutti i reparit, come poche volte si era visto in questa stagione. Eccone sette:
1) In Italia, si sa, la tendenza a lamentarsi è sempre a buon mercato. Tuttavia, se la stampa e l’opinione pubblica nostrana non ha apprezzato l’atteggiamento troppo difensivo, arrivando a ritenere la prestazione di ieri insufficiente, all’estero suona una musica diversa. I quotidiani stranieri (Marca e il Mirror sono due esempi) hanno esaltato, infatti, la grande prova della squadra di Inzaghi. Un riconoscimento di livello internazionale da non sottovalutare.
2) Calhanoglu è tornato in campo dopo l’infortunio e ha ripreso subito la sua marcia inarrestabile sui calci di rigore. Il turco, che ha stabilito un record di 9 gol segnati in Champions League, tutti in casa, ha rivelato nel post-partita di aver cambiato il modo di calciare per la gara contro l’Arsenal, in modo da rendere più imprevedibile la sua conclusione.
3) Gli ultimi 10 minuti più recupero, hanno visto l’Inter chiudere con il 5-4-1, causa l’ingresso di Dimarco al posto di Taremi. La pressione dell’Arsenal ha costretto i nerazzurri ad abbassarsi tanto, ma come rivelato da Thuram nel post-partita la scelta è stata anche di natura tattica. Vedere i nerazzurri così schiacciati è raro e forse lo stesso francese non è riuscito a tenere la squadra un po’ più alta, non trovando mai spunti per il contropiede.
4) La prestazione di Bisseck ha confermato il suo status di difensore che può giocare a questi livelli. In combinazione con Darmian, è riuscito ad anestetizzare la fascia destra dell’Arsenal (la più pericolosa), giocando una partita di grande solidità: 10 salvataggi, 3 tiri bloccati, 1 intercetto, 2 contrasti a terra vinti su 3 e 4 duelli aerei vinti su 4. Dominante.
5) Le difficoltà nel possesso dell’Inter, contro un pressing aggressivo e intenso dei Gunners, sono testimoniate dalla gestione del pallone di Sommer con i piedi: il portiere svizzero ha cercato il lancio lungo con una costanza rara nelle gare della squadra di Inzaghi, rinunciando quasi del tutto alla costruzione dal basso nel secondo tempo.
6) Nelle ultime uscite da titolare, De Vrij ha giocato sempre a uomo, mentre con l’Arsenal la decisione è stata quella di presidiare la zona. L’Inter, poi, ha tenuto un baricentro molto più basso rispetto al solito e questo lo ha portato a presidiare soprattutto l’area di rigore (come dimostrano le heatmap molto diverse tra la gara di ieri e quella con il Venezia). In un contesto tattico del genere, l’olandese ha dimostrato di poter essere ancora un difensore di alto livello.
7) I calci piazzati dell’Arsenal sono stati una spina nel fianco per l’Inter, causa anche la statura non elevata di Sommer, che non è riuscito a garantire presenza e sicurezza nelle uscite. Sui calci d’angolo gli inglesi hanno provato a sfruttare con costanza uno schema specifico: pallone a rientrare e tanti uomini che partono da lontano e poi vanno a creare caos nella zona del portiere. Si sono create così diverse situazioni confuse, dove sarebbe bastato un tocco o un rimpallo per provocare il gol. Un approccio fastidioso che, però, potrebbe essere uno spunto anche per Inzaghi: l’Inter ha grande fisicità e ottimi battitori, in grado di trarre il meglio da queste situazioni.
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