Analisi TOTALE Inter-Atletico Madrid: segreti, Preview e Formazioni
Tutto quello da sapere sull'andata degli ottavi di finale di Champions League
LE CHIAVI TATTICHE DI INTER-ATLETICO MADRID
Come detto più volte, l’Atletico Madrid ha cambiato filosofia. Come si evince dai numeri in entrambe le fasi, questo da un lato ha innalzato il tasso di pericolosità offensiva, ma dall’altro ha inevitabilmente dato luogo a una fase di assestamento (non del tutto completata), di assorbimento di nuovi principi che provoca di tanto in tanto degli svarioni a partita in corso.
La fase di possesso dell’Atletico Madrid
Vi ricordate quell’Atletico che, una volta passato in svantaggio e quindi saltato il piano partita, non sapeva che pesci pigliare? Dimenticatelo. Adesso tutto è studiato nei minimi dettagli, anche per offendere e non solo in contropiede. La costruzione bassa, per esempio, viene effettuata con il classico 3+2, ovvero i tre difensori partecipano all’impostazione con l’ausilio di due centrocampisti, il più delle volte Koke e De Paul, mentre il terzo (spesso Saul) si alza fra le linee per offrire soluzioni verticali.
Abbiamo citato Koke, giocatore simbolo dei due tratti del Cholismo, il vecchio e il nuovo, leader caratteriale ma anche tecnico. Il classe 1992 è fra i migliori calciatori spagnoli per passaggi completati, in stile Kroos, ma abbina al tasso tecnico anche la capacità di fare da schermo davanti alla difesa, sfruttando anni e anni di apprendimento da Simeone.
Mario Hermoso è un altro calciatore dal quale sgorgano tantissimi palloni, spesso è il difensore deputato a effettuare i passaggi rischiosi progressivi e, in caso di necessità, si alza sulla linea dei centrocampisti per offrire il contributo in fase offensiva. Ma chiariamoci: non è Pavard, non è Bastoni. Non lo fa con quella frequenza, non lo fa coprendo così tanti metri e non lo fa con quella qualità. I terzi di difesa dell’Atletico interpretano il ruolo in maniera differente rispetto a quelli dell’Inter, sebbene non rinunciando a offendere quando possibile. Per i Colchoneros, poi, così come per l’Inter, sono fondamentali le fasce.
I madrileni fanno qualcosa di molto simile all’Inter in fase di possesso: portano tanti uomini in zona palla, cercano di sovraccaricare alcune zone per uscire dal pressing, guadagnando campo tramite passaggi stretti e combinazioni. Appena si libera lo spazio, poi, cercano principalmente tre possibili soluzioni: 1) servire l’esterno lungo linea per andare al cross, portando sempre i due attaccanti in area con l’altro esterno a chiudere sul lato opposto, uniti a uno o due centrocampisti a rimorchio; 2) l‘inserimento di Morata o di un altro attaccante alle spalle dei difensori, sfruttando la capacità dello spagnolo di attaccare la profondità; 3) il cambio campo per l’altro esterno che rimane sempre molto alto e largo.
Come si muovono gli attaccanti? Non sono interscambiabili nelle consegne come Lautaro e Thuram. Morata lavora da riferimento centrale per fare la boa, si butta nello spazio, tenta di allungare la squadra; Griezmann è quasi indecifrabile, dal momento che può lanciarsi negli spazi, ma di base viene incontro a giocare nelle linee di mezzo per rifinire le giocate e poi si fa trovare pronto per concludere l’azione.
La fase di non possesso dell’Atletico Madrid
Come detto, la fase di non possesso è caratterizzata da un chiaro 5-3-2 con linee estremamente strette. Di solito la difesa viene mantenuta alta, ma è possibile che contro l’Inter – molto forte sugli esterni – Simeone si cauteli abbassandosi di più.
Rispetto agli anni passati, è calata la pressione alta. L’Atletico lascia giocare di più la squadra avversaria in costruzione, cominciando la pressione successivamente: i movimenti di uscita e marcatura sono quelli tipici del 3-5-2 che anche l’Inter conosce bene. Nella pratica, questo si traduce con Koke che dovrebbe incaricarsi di schermare Calhanoglu, fonte di gioco nerazzurra e presumibilmente osservato (molto) speciale da Simeone.
I difensori rimangono generalmente bloccati e questo potrebbe creare problemi all’Inter nel momento in cui recupera palla improvvisamente. Difficile trovare l’Atletico impreparato, visto che il trio arretrato rimane spesso bloccato e l’Inter potrebbe ritrovare tre difensori da fronteggiare: difficile la situazione di contropiede in superiorità numerica, insomma. Ma si può far male lo stesso perché, come detto, in fase difensiva non è impermeabile, come testimonia il dato sui tiri concessi citato poc’anzi.
Come si batte l’Atletico Madrid
Una chiave può sicuramente essere quella della pressione alta. L’Inter deve essere aggressiva perché in fase di impostazione l’Atletico non è impeccabile e, soprattutto, i difensori non sono particolarmente abili nel gioco con i piedi e possono andare in difficoltà se pressati in maniera decisa. Il discorso può cambiare qualora giocasse Witsel da centrale, che in impostazione è più abile, ma in quel caso l’Atletico perderebbe in tenuta difensiva e pure in velocità, con Thuram in particolare pronto a far male.
Da tenere d’occhio anche la situazione sulle fasce. I titolari Marcos Llorente e Samu Lino non sono nati esterni: uno è una mezzala e all’occorrenza pure attaccante, l’altro è un’ala offensiva. Normale che concedano qualcosa in fase difensiva. In questo senso è concreta la possibilità che Simeone abbottoni maggiormente le proprie corsie, schierando due esterni di ruolo più difensivi come Molina e Reinildo
Spesso l’Atletico è andato in crisi proprio sugli esterni durante le partite e non è un caso che Simeone abbia frequentemente optato per il ritorno all’antico a gara in corso, rimodellando la squadra sul caro vecchio 4-4-2 per proteggere le fasce. Lo ha fatto anche al ritorno in Liga contro il Real Madrid in situazione di svantaggio, riuscendo poi a pareggiare la gara grazie all’aggiustamento. Ecco, auguriamoci lo faccia anche domani, perché significherebbe che la partita si è messa sui binari giusti per l’Inter.
Si tratta, in definitiva, di un avversario molto ostico, che per alcune caratteristiche ricorda la squadra di Simone Inzaghi. Cosa dovrà fare l’Inter? Aggredire con ferocia senza perdere l’equilibrio, limitare Griezmann nelle sue scorribande in giro per il campo, provare l’uno contro uno sulle fasce senza paura, sfruttare gli errori tecnici dei difensori che sicuramente in alcune circostanze arriveranno, trovare le posizioni corrette con i centrocampisti. Vero che si tratta di un cliente difficile, ma siamo convinti che l’Inter nei valori assoluti e dei singoli resti superiori. E dal punto di vista dell’organizzazione collettiva non ha nulla da invidiare a nessuno in Europa. Dimostriamolo.