Per capire che tipo di partita sarà, può essere utile ritornare proprio alla gara d’andata, una delle più faticose e incolore nella brillante stagione nerazzurra. Sfruttando il fattore casalingo, il Genoa a fine dicembre ha giocato con un baricentro di altezza media, che in alcuni momenti è diventato anche più alto di quello dell’Inter
In fase di possesso, il modulo di base di Gilardino – ovvero il 3-5-2 come l’Inter – diventò stabilmente un 3-5-1-1 con gli esterni Sabelli e Martin (gli stessi che dovrebbero giocare a San Siro) disposti molto larghi, Frendrup che si alzava a rimorchio ed Ekuban ad aprire spesso i varchi per Gudmundsson. Proprio Ekuban si rivelò uomo chiave nel Genoa, procurando diversi problemi ad Acerbi con la sua velocità e rendendo le transizioni molto pericolose, a fronte di una discreta difficoltà di squadra nelle azioni manovrate. In ogni caso, domani nessuno dei due dovrebbe essere titolare, visto che dal primo minuto sono pronti rispettivamente Retegui e De Vrij, pronti a ingaggiare un nuovo duello. Il Grifone costruì soprattutto sulla fascia destra, dal lato di Bastoni e Carlos Augusto (anche Dimarco era infortunato), con Sabelli da quinto e un ottimo Dragusin – ora al Tottenham – terzo in difesa.
In fase di non possesso, quella sera Gilardino adattò l’assetto alla pericolosità offensiva degli avversari, disponendosi con una sorta di 5-3-1-1 molto compatto soprattutto nelle zone centrali di campo. Il tentativo, spesso riuscito, fu quello di spingere i nerazzurri sugli esterni senza lasciare spazio a Thuram ed Arnautovic, tandem d’attacco visto l’infortunio di Lautaro. Il Genoa si difese molto basso mantenendo la squadra estremamente corta. Il fatto che ci fosse Arnautovic titolare in attacco nell’Inter favorì probabilmente questo approccio, votato a limitarlo nei rifornimenti e a ridurre le possibilità di manovrare per i compagni.
Rispetto alla gara d’andata, ci sono però tante differenze che ci inducono all’ottimismo. L’Inter a fine dicembre era nel momento più difficile della stagione dal punto di vista fisico e mancavano diversi interpreti chiave. Oggi sta letteralmente volando.
Se a Marassi c’era Bisseck, a San Siro dovrebbe giocare Pavard per innalzare il tasso qualitativo nell’impostazione da dietro. La catena di sinistra perderà lo squalificato Bastoni, vero, ma potrà comunque contare su un’ottimo tasso tecnico con Carlos Augusto da terzo e Dimarco da quinto. E poi, soprattutto, ci sarà Lautaro. Se preparare il piano partita e realizzarlo efficacemente contro Arnautovic (che domani dovrebbe peraltro lasciare spazio al più mobile e imprevedibile Sanchez) è fattibile, fare lo stesso con il capocannoniere del campionato risulta più complicato, viste le enormi porzioni di campo che copre e i continui movimenti in grado di mandare in confusione le linee difensive avversarie. Chiedere all’Atalanta per informazioni.
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