Il Pisa macchia il percorso netto dell’Inter nella preseason 2024-25. Dopo le tre vittorie contro Lugano, Pergolettese e Las Palmas, per i campioni d’Italia in carica arriva un pareggio contro i toscani che – risultato a parte – rappresenta un passo indietro rispetto alle precedenti prove.
È bene chiarire subito che siamo nel campo della più completa normalità. Sì, può essere normale anche pareggiare contro una squadra di Serie B nel momento in cui – presumibilmente – i carichi di lavoro sono aumentati e le gambe risultano parecchio appesantite. Senza contare tutti i giocatori ancora indisponibili o quelli tornati da poco. Ecco, per farsi un’idea basta guardare la coppia d’attacco dell’Inter all’Arena Garibaldi: Correa-Salcedo. Quanto di più lontano ci sia dall’Inter (vera) 2024-25. Andiamo quindi a vedere le quattro cose che abbiamo imparato dalla quarta amichevole della Beneamata.
Se già nelle primissime uscite si era intravista qualche incertezza, circoscritta soprattutto alla fase di impostazione con i piedi (vedi i due “regali” al Las Palmas), Josep Martinez contro il Pisa ha dimostrato che c’è da migliorare in alcune letture. Emblematica, in tal senso, l’uscita a farfalle che ha portato al palo colpito dai toscani nel secondo tempo.
Si tratta di errori da mettere in conto per portieri dallo stile più “spericolato” come lo spagnolo, diverso in questo fondamentale da Yann Sommeer, ma su cui si può lavorare. Consapevoli che, a proposito, anche l’attuale portiere titolare dell’Inter non aveva cominciato benissimo in amichevole, salvo poi rivelarsi affidabile in campionato. Insomma, per ora Martinez è rimandato, ma c’è tempo e modo di migliorare in vista di una stagione nella quale godrà di un impiego presumibilmente maggiore rispetto a quello concesso ad Audero nel 2023-24.
L’uomo più pericoloso nel primo tempo dell’Inter è stato senza dubbio Carlos Augusto, per due volte vicinissimo al gol prima con uno stacco di testa e poi con un ottimo inserimento in area di rigore. Il brasiliano ha giocato la prima frazione da quinto di centrocampo, posizione per la quale è stato acquistato un anno fa. E ha dimostrato di essere a suo agio, probabilmente, più che da terzo in difesa, dove è scalato a seguito dell’ingresso di Federico Dimarco.
Attenzione, a scanso di equivoci: la prova di Carlos Augusto è stata positiva anche da difensore, così come positiva è stata anche la fase di stagione passata in cui quel ruolo lo ha svolto con costanza. Parliamo di un jolly letteralmente fondamentale per questa Inter, uno di quelli da tenersi stretto. Ma ecco, la decisione dell’Inter di puntare su un vice Bastoni per riposizionare l’ex Monza stabilmente da esterno sinistro ha evidentemente un senso.
Se n’è parlato tanto dopo l’infortunio di Mehdi Taremi ed eccola qui, allora, la soluzione che prevede l’avanzamento di una mezzala come seconda punta dietro un centravanti. Contro il Pisa, Simone Inzaghi ha deciso di affidare la mansione a Henrikh Mkhitaryan, prima a supporto di Joaquin Correa e poi di Marko Arnautovic.
Non è andata benissimo, nel senso che l’armeno risulta depotenziato in quel ruolo. Gli mancano i movimenti tipici, ma soprattutto un fondamentale che per un attaccante (o qualcosa di simile) è piuttosto importante: il tiro in porta. Mkhitaryan fatica a finalizzare, si tratta forse dell’unico aspetto in cui la carta d’identità è diventata crudele nei suoi confronti. Lo ha dimostrato ancora una volta nell’occasione (doppia) in cui non è riuscito a segnare solo davanti al portiere del Pisa.
E allora chissà che in quel ruolo non possa essere provato Piotr Zielinski, in caso di necessità. Uno che il tiro ce l’ha eccome e che al contempo, per caratteristiche, non differisce così tanto da Mkhitaryan.
È vero, all’Inter mancavano i tre violini principali in attacco: Lautaro Martinez, Marcus Thuram e Mehdi Taremi. Mica poco. Ciò non toglie che l’inderogabile sistema di gioco di Simone Inzaghi preveda l’impiego fisso di due punte e quindi ci sia bisogno di una coppia titolare forte e un’altra “di riserva” davvero affidabile, esattamente come accade in altri ruoli, vedi Dimarco-Carlos Augusto o Bastoni-Carlos Augusto, per rifarci a un giocatore di cui abbiamo appena parlato. O a Barella-Frattesi, Pavard-Bisseck, Mkhitaryan-Zielinski.
All’Inter questa peculiarità in attacco oggi come oggi manca, è innegabile. La prova di Marko Arnautovic è stata negativa, ma il problema non è la sua prestazione in un’amichevole di inizio agosto, bensì il fatto che questa non abbia destato un minimo di sorpresa nei tifosi e nell’ambiente Inter. Era esattamente lo stesso Arnautovic visto nella scorsa stagione.
I campioni d’Italia in carica, per lo spessore raggiunto, meritano un acquisto in attacco che possa rendere davvero la rosa completa, senza tremare al primo problema fisico e senza sperare che Lautaro Martinez arrivi a Milano il prima possibile. Perché il capitano rinuncerà davvero alle ferie, ma il problema deve essere risolto a monte, adesso che c’è ancora tempo per farlo.
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