Analisi tattica del Benfica: come giocherà contro l’Inter
Un focus sulla squadra che sta comandando il campionato portoghese
Tra le migliori squadre d’Europa, sia come rendimento che sul piano del gioco, c’è indubbiamente il Benfica di Roger Schmidt, capolista nella Primera Liga portoghese con 71 punti in 27 partite, frutto di 23 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. L’ultima delle quali (1-0), peraltro, proprio lo scorso venerdì, in trasferta, a sorpresa contro il Chaves. In Champions League il percorso è stato altrettanto netto: 14 punti nel girone H per passare come prima, con due pareggi (1-1 e 1-1) nelle partite contro il PSG, due vittorie in quelle contro la Juventus (1-2 e 4-3) e altre due vittorie contro il Maccabi Haifa (1-6 e 2-0). Agli ottavi, invece, si è sbarazzato senza troppe difficolta del Club Brugge: 0-2 in trasferta e 5-1 in casa. Poi lo stop contro l’Inter, nell’andata dei quarti di finale persa 0-2 al Da Luz.
Schema, interpretazioni e singoli
Per quanto sia complesso inscrivere la disposizione tattica del Benfica in un modulo rigido, possiamo dire che il 4-2-3-1 sia di base lo schema preferito di Schmidt. A rendere il Benfica una squadra temibile è però l’interpretazione del gioco: pressing asfissiante ed organizzato, regolato da una massima aggressività nella prima fase di costruzione dell’avversario.
Volendosi limitare ad evidenziare un singolo per ogni reparto, possiamo segnalare:
- Alejandro Grimaldo
Terzino sinistro di grande qualità, macchina da assist (13 in questa stagione) e ottimo battitore di punizioni. Nonostante la posizione, è uno dei cervelli della squadra. - Chiquinho
Ovvero colui che si è assunto la pesante responsabilità di dover sostituire Enzo Fernandez, acquistato a peso d’oro dal Chelsea (121 milioni di euro). E ce la sta facendo egregiamente. Centrocampista di grande intelligenza, è uno degli ingranaggi fondamentali che permettono al Benfica di rimanere equilibrato sul campo in ogni situazione di gioco. - Joao Mario
23 gol e 12 assist in 42 presenze totali. Tantissimi rigori (12 realizzati, 2 sbagliati), questo va detto, ma un rendimento comunque spaventoso per quello che, all’Inter, era visto come un disastro. Oggi è invece una delle stelle del Benfica, che illumina su tutta la trequarti offensiva. - Gonçalo Ramos
Parlavamo di sostituti: Ramos è l’erede di Darwin Nunez, passato al Liverpool in un trasferimento che, con i bonus, sfiora la tripla cifra. Classe 2001, è stato prelevato dal Benfica nel 2013 e fatto crescere nelle giovanili fino a diventare, oggi, la prima punta titolare. Fino ad ora vanta 25 gol e 10 assist in 38 presenze totali.
Fase offensiva
In fase offensiva il Benfica di Schmidt mixa il calcio prettamente verticale di stampo tedesco (che il tecnico ha mostrato alla guida del Bayer Leverkusen) con un palleggio paziente, come dimostra il 64% abbondante di possesso medio che ha accumulato in campionato. In costruzione, superato il primo pressing avversario, i terzini si alzano sulla linea di centrocampo, mentre i mediani si dispongono in posizione verticale uno rispetto all’altro. Chiquinho si abbassa tra i centrali, mentre Florentino resta qualche metro più avanti in appoggio, formando quindi un 3 + 1 con possibilità, in caso di necessità, di scaricare verso il portiere Vlachodimos. Contemporaneamente, i quattro giocatori offensivi cercano di proporsi tra le linee o di attaccare la profondità.
Da qui, se una volta superata la linea di metà campo sulla trequarti offensiva non si trova spazio, una delle giocate più efficaci prevede il lancio lungo di un terzino verso Gonçalo Ramos, letale nell’attaccare lo spazio alle spalle dei difensori avversari. In alternativa, il Benfica mostra anche una buona capacità di occupazione degli half spaces, ovvero quelle porzioni di campo comprese tra il difensore centrale e il terzino/esterno. In particolare, sfruttando il doppio esterno che il 4-2-3-1 consente di avere, vanno poi a cercare la superiorità numerica schiacciando il trequartista sul lato palla e combinando nello stretto.
Fase difensiva
Come dicevamo all’inizio, l’elemento cardine della fase difensiva del Benfica è il pressing aggressivo e molto organizzato. Quella di Schmidt non è una squadra da attesa e ripartenze: l’obiettivo primario è sempre quello di recuperare alto il pallone, per poi sfruttare il campo aperto e ripartire in velocità. La volontà è di non dare tempo all’avversario di pensare in fase di costruzione, costringendolo ad aumentare il ritmo del giropalla fino all’errore tecnico.
Dal 4-2-3-1 di partenza, in fase di non possesso il Benfica alza un trequartista al fianco della prima punta ed un mediano a prenderne il posto sulla linea di trequarti. Si forma così un 4-1-3-2, che talvolta si apre anche in un 4-2-4. Quando il pallone si allarga sul braccetto o sul terzino, a quel punto scatta il pressing aggressivo, che in precedenza era stato orientato proprio per spingere l’avversario a quel tipo di scelta. Indirizzare il giropalla sull’esterno (e, se possibile, all’indietro), innescare il pressing aggressivo e, una volta recuperato il possesso, risalire il campo in verticale per scatenare la qualità degli uomini offensivi nello spazio. Questi gli ordini di Schmidt.
Come mettere in difficoltà il Benfica?
Naturalmente, un pressing così alto ed aggressivo espone anche a lati scoperti e punti deboli. Anzitutto, inseguendo la volontà di spingere l’avversario sull’esterno, il Benfica crea tanta densità su un lato del campo, lasciando più scoperto l’altro. Motivo per cui l’Inter dovrà essere brava, anche con delle sventagliate, ad eseguire cambi di gioco precisi per pescare l’esterno libero sulla fascia opposta.
Altro fattore potenzialmente decisivo potrebbe essere la capacità di ruotare con efficacia le posizioni in campo. Togliere riferimenti al pressing del Benfica, ruotando i giocatori e scambiandoli di posizione, può essere un buon modo per uscire da dietro con qualità. In questo senso sarebbe quindi importantissimo poter contare su Calhanoglu, che però è ancora in dubbio, ed anche sui calciatori di maggior qualità come Bastoni, Dimarco, Brozovic e Mkhitaryan.
Infine, un occhio di riguardo va messo anche sulla loro difesa. Sia per impostazione naturale, che per dare seguito al pressing, la linea difensiva del Benfica resta tendenzialmente piuttosto alta. Questo quindi la espone agli attacchi alla profondità, che potrebbero essere un’arma importante per l’Inter con Lukaku e Lautaro, tanto quanto lo sono per loro con Gonçalo Ramos. Difesa del Benfica che, rispetto all’andata, recupera il totem Nicolas Otamendi, ma nuovamente dovrà fare a meno di Alexander Bah, a causa di una distorsione al ginocchio sinistro con lesione al legamento collaterale mediale che si è procurato in questi giorni. Pronto Gilberto sulla destra.