I due precedenti stagionali possono essere indicativi tanto per Inzaghi quanto per Calzona. L’Inter ha affrontato il Napoli entrambe le volte sotto la gestione Mazzarri, con i partenopei però schierati con moduli, ma soprattutto interpretazioni differenti. In campionato il toscano scelse il 4-3-3, mentre nella finale di Supercoppa dispose i suoi con un 3-4-3 che mise più in difficoltà l’Inter, capace di sbloccarla solo all’ultimo minuto (e in superiorità numerica) grazie al gol di Lautaro.
A fare la differenza, dicevamo, più che il modulo è stato l’atteggiamento dei partenopei. In campionato i campioni in carica chiusero con un maggior possesso palla (57-43%), rivelatosi però inefficace e quasi indotto e voluto dagli uomini di Inzaghi, tant’è che le percentuali più alte del Napoli si registrarono nella propria metà campo, all’opposto dell’Inter, capace di tenere la palla in zone pericolose e di affondare in contropiede. Il dato sui tiri in porta è chiarissimo: 0 su 4 tentativi per gli azzurri, 3 su 4 tentativi per la capolista. Partita simbolica, dunque, del maggior cinismo interista raccontato dai dati precedenti.
Storia diversa in Supercoppa, quando Mazzarri scelse di mantenere un baricentro basso e lasciare la gestione della sfera all’Inter, chiudendo tutti gli spazi: il dato finale fu di 65-35% di possesso a favore dei nerazzurri, che però ebbero vita molto più difficile rispetto al precedente di un mese e mezzo prima, con 1 solo tiro in porta (quello del gol) su 6 tentativi, contro l’unico tentativo (non in porta) da parte del Napoli. Un dato che testimonia quanto i partenopei si rivelarono innocui in fase offensiva ma anche fastidiosi in attesa, soprattutto nella chiusura degli spazi.
Da Calzona, che sta cercando di riportare il Napoli sui binari di gioco dello scudetto, è lecito attendersi una via di mezzo. La squadra rimarrà più alta rispetto alla Supercoppa, ma non presterà il fianco al contropiede dell’Inter come a dicembre. La chiave potrebbe essere nei duelli a centrocampo. Da qualche settimana a questa parte Traoré è entrato nei titolari in pianta stabile al posto di Zielinski, sia per questioni di prospettiva (il polacco sarà nerazzurro da giugno) che per garantire maggiori doti di interdizione al centrocampo. Per questo motivo, i duelli fra lo stesso Traoré e Frattesi, oltre a quello tra Barella e Anguissa (il sardo dovrebbe stazionare sulla sinistra) saranno decisivi.
All’Inter potrebbe stare bene un possesso palla lasciato agli avversari nella loro metà campo, con Rrahmani e Juan Jesus a distribuire palloni senza trovare spazi, pronta a recuperare palla con i centrocampisti e ad attaccare la profondità. In fase difensiva, molto dipenderà anche dalla decisione su Osimhen, visto che la sua presenza sposterà molto. Se dovesse partire titolare, ci aspettiamo il solito corpo a corpo con Acerbi. In caso di presenza di Raspadori, l’ex Sassuolo si abbasserà per consentire le incursioni di Kvara e Politano oltre che dei centrocampisti. A proposito di ali, contenere il georgiano con le doti atletiche di Bisseck, al posto di un Pavard appannato nell’ultimo periodo, potrebbe rivelarsi una mossa vincente.
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