Cosa aspettarci da Lazar Samardzic all’Inter
La nostra analisi sull'arrivo del centrocampista serbo
Lazar Samardzic sembra pronto a diventare un nuovo giocatore dell’Inter. Nel corso della prossima settimana, infatti, i nerazzurri dovrebbero definire l’accordo con l’Udinese, su una base di 15 milioni di euro più il cartellino di Giovanni Fabbian.
Sulla carta, il centrocampista serbo sembra essere un acquisto molto interessante, nonché un colpo in prospettiva, data la sua giovane età. A 21 anni, è reduce dalla sua migliore stagione in Serie A e della sua breve carriera da professionista. Sotto la guida di Sottil, Samardzic ha collezionato 37 presenze, 5 gol e 4 assist. Soprattutto, è stato usato con costanza come mezz’ala nel 3-5-2, ruolo che, verosimilmente, ricoprirà anche nell’Inter di Inzaghi.
Una novità per la carriera del giocatore nato in Germania, ma di origini serbe, più abituato a muoversi da trequartista e in zone avanzate di campo, vista anche la sua capacità di vedere la porta dalla lunga distanza, grazie alle sue ottime abilità di calcio. Non a caso, è nel 99esimo percentile tra i centrocampisti in Europa per numero di tiri totali tentati a partita: 2.44 (dati FBREF). Un numero che dimostra anche una certa insistenza a cercare la conclusione vincente.
Una dote che potrebbe tornare molto utile all’Inter: i nerazzurri hanno bisogno di un centrocampista in grado di concludere l’azione con un tiro in porta. Basti pensare, che nella scorsa stagione (esclusi gli attaccanti) il solo Dimarco si è avvicinato ai tentativi prodotti da Samardzic: 2.02 a partita. Tra i centrocampisti centrali, invece, quello con il numero più alto è stato Calhanoglu, con 1.86. Il turco quest’anno verra utilizzato quasi esclusivamente da regista e questo potrebbe ridurre ulteriormente i suoi numeri. In questo senso, l’apporto di Samardzic potrebbe essere molto importante (detto che anche Frattesi porta in dote 2.00 tiri a partita nella scorsa stagione).
Un’altra caratteristica nella quale il centrocampista serbo può brillare è la capacità di dribbling. È noto come l’Inter pecchi in questo fondamentale e aggiungere un giocatore in grado di spezzare la pressione avversaria può essere molto utile. Così come molto utile Samardzic può rivelarsi sui calci piazzati, altra dote balistica nella quale riesce a eccellere.
Dove il classe 2002 pecca, invece, è nella fase di non possesso palla. Il suo ritmo è abbastanza compassato e tutti i suoi numeri difensivi sono abbastanza scadenti. Solo 1.61 contrasti e 0.54 intercetti a partita testimoniano una scarsa capacità di interdizione. Questo, in virtù della sua natura più da trequartista. In questo senso, allora, è difficile immaginarlo come regista davanti alla difesa, sebbene le sue doti in fase di possesso siano eccellenti, quanto più vicino alla porta, in un modulo alternativo che possa prevedere l’utilizzo del trequartista. Le ipotesi più credibili sono un 3-4-1-2 o un 3-4-2-1, ovvero sistemi di gioco in grado di non snaturare eccessivamente l’ossatura tattica nerazzurra.
In ogni caso, va sottolineato come la giovanissima età giochi a favore di Samardzic. Le mancanze nel suo gioco possono essere corrette, specie con un allenatore come Inzaghi che ha dimostrato di saper trovare spesso il modo migliore per far rendere i propri centrocampisti (vedasi proprio il caso di Calhanoglu). A non mancare al serbo è il talento, e quello è sempre la base migliore su cui lavorare.