Perché Balogun è una VERA prima punta
L'analisi delle caratteristiche dello statunitense
Folarin Balogun è l’obiettivo principale dell’Inter in attacco, ma il suo ingaggio sta facendo molto discutere da un punto di vista tecnico, in virtù anche delle preferenze di Simone Inzaghi. Il tecnico, infatti, preferirebbe un attaccante più strutturato fisicamente, tipo Beto, Taremi o Morata. Una richiesta che ha creato alcune incomprensioni, convincendo molti (anche i giornali), che l’attaccante dell’Arsenal sia più una seconda punta. Non è così.
Forse può ingannare la statura, 178 cm, ma Balogun ha tutte le caratteristiche della prima punta, per quanto possa presentare alcune atipicità, non solo dal punto di vista fisico. Lo racconta la sua carriera: lo statunitense ha giocato quasi esclusivamente da centravanti e nell’ultima stagione al Reims è stato quasi sempre l’unico riferimento offensivo del 4-2-3-1.
D’altronde, guardandolo giocare i dubbi vengono fugati quasi subito: Balogun ama attaccare le difese alle spalle, sfruttando la profondità del campo per andare in porta: è un finalizzatore, non un rifinitore. Al Reims, squadra molto votata al contropiede veloce, lo statunitense ha avuto anche la funzione di fare da perno per le azioni della squadra. Al netto del fisico, infatti, è dotato di una buona capacità nel proteggere il pallone spalle alla porta.
Ed è proprio in questi due fondamentali che emerge la sua natura da prima punta. Secondo i dati di FBREF, al Reims, Balogun ha ricevuto 8.42, passaggi progressivi, di almeno 10 metri, a partita (nel 90esimo percentile). Al contrario, quando c’era da innescare i compagni sono emersi i suoi limiti da rifinitore: solo 1.7 passaggi progressivi a partita, un numero poco più che sufficiente.
Sono dati che dimostrano la natura da finalizzatore di Balogun, da giocatore a cui piace essere l’uomo che conclude l’azione, cercando con costanza la porta: 3.6 tiri totali a partita, nel 93esimo percentile. Il numero degli expected assist, invece, si attesta solo a 0.11 a partita, al di sotto della media europea.
In ogni caso, le sue statistiche non negano le caratteristiche peculiari di Balogun nella sua interpretazione del ruolo. Pur essendo l’unica punta del Reims, infatti, ha mostrato una tendenza costante a decentrarsi sul lato sinistro del campo. Lo dimostra bene la sua heatmap dell’ultima stagione di Ligue 1 (nella quale, tra l’altro, emerge anche la sua grande presenza in area di rigore):
Questo dato non contraddice quanto detto sopra sulle sue doti da prima punta, bensì conferma quanto pensato da Inzaghi sul suo profilo: Balogun non è un centravanti classico, ma presenta diversi elementi di modernità nel suo gioco. Ecco perché il tecnico piacentino sarebbe costretto a ripensare il suo modo di utilizzare gli attaccanti. Ad oggi, infatti, lo statunitense non sembra pronto a garantire la grande mole di lavoro e l’autosufficienza che spesso è richiesta alle punte nerazzurre all’interno della manovra nerazzurra.
Al tempo stesso, questa sua dinamicità potrebbero renderlo un giocatore in grado di adattarsi più facilmente a dividere gli spazi con un’altra punta, che sia Lautaro Martinez o Thuram. Con il Toro in particolare, molto più abituato a lavorare il pallone anche lontano dall’area e spalle alla porta, potrebbe crearsi una sinergia molto interessante, con l’argentino in grado più votato alla rifinitura e Balogun orientato alla finalizzazione pura. Con il francese, invece, l’Inter assumerebbe una dimensione verticale ancor più marcata, con la ricerca diretta della porta a farla da padrone.
Si tratta di scenari ipotetici, ma è chiaro come in caso di arrivo di Balogun l’attacco dell’Inter debba assumere una fisionomia diversa. Tuttavia, non devono esserci dubbi sul ruolo del giocatore dell’Arsenal. Seppur peculiare in alcune caratteristiche, con il suo arrivo l’Inter acquisterebbe un centravanti fatto e finito.