Le mille facce di Barella, il vero jolly di Conte: incursore, fantasista e regista
Il giovane calciatore sembra avere margini di miglioramento esponenziali in qualsiasi posizioneLa scorsa settimana, dopo la rimonta contro il Torino, Antonio Conte ha scelto di osannare, forse per incentivarlo a dimostrare il proprio valore, il proprio pupillo, Arturo Vidal, definendolo in grado di giocare anche in porta. A ben vedere però, il vero uomo ovunque di questa Inter, al momento, sembra un altro: Nicolò Barella.
Il giovanissimo gioiellino nerazzurro infatti, sta dimostrando delle qualità non comuni, gettando le basi per poter diventare un campione di livello internazionale. Pur con i comprensibili e perdonabili errori di foga dettati dalla giovane età, Barella è senza dubbio il migliore in questo avvio travagliato, sempre presente nella lista dei migliori in campo. Volitivo, inesauribile, forte fisicamente nonostante la statura e intuitivo, riesce a interpretare al meglio entrambe le fasi, mostrando un attitudine al sacrificio e una dedizione degni di un veterano. Sempre l’ultimo ad alzare bandiera bianca anche nelle disfatte.
Troppo spesso si parla di giovani ragazzini viziati, sulla via della rovina a soli vent’anni o poco più, per eccessiva vanagloria, per l’idea di essere già arrivati. Il calciatore dell’Inter invece mostra una maturità da uomo fatto e finito, non solo in campo, ma anche nella vita, dove ha già una famiglia solida a supportarlo. Un ragazzo d’altri tempi insomma, capace di incarnare tutti i valori delle grandi leggende nerazzurre del passato. E le premesse per diventarlo ci sono tutte.
Barella in questa prima parte di stagione è stato l’appiglio di Antonio Conte, l’unico, insieme a Lukaku, in grado di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo e di alzare il livello quando necessario. Nato come centrocampista di rottura, diventato incursore pericoloso, ora si diletta anche a deliziare i tifosi con giocate da rifinitore puro, quasi da 10, senza però dimenticare le origini da incontrista.
Dopo l’impiego a sorpresa, e con risultati impressionanti (come il geniale assist di tacco per Lautaro in Real Madrid-Inter), da trequartista dietro le punte, ieri, nella bella vittoria contro il Sassuolo, Barella ha dato prova delle proprie qualità anche da regista. Nonostante la scarsa dimistichezza con il ruolo ha giocato alla grande, regalando verticalizzazioni precise e con la corretta tempistica. Ordinato e sicuro, non ha mai vacillato, gestendo il gioco e il ritmo del centrocampo con una classe da veterano consumato.
A ricordare lo sfogo di Conte della scorsa stagione, dopo la sconfitta in rimonta subita dal Borussia Dortmund in Champions League, dove, senza calcare la mano, puntava il dito su Barella che “viene dal Cagliari” e quindi non aveva l’attitudine giusta per vincere certe partite, viene da sorridere. Anche perché le sconfitte di quest’anno non sono arrivate per mancanze di giovani provenienti da piccoli club, ma dai campioni affermati che dovrebbero condurla per mano.
Non sono quindi i fenomeni o i top player di fama a meritarsi la copertina di questa squadra, perché l’uomo in più sinora è stato proprio il gioiellino italiano, capace di coniugare tutte le qualità preferite dal mister dell’Inter e dai tifosi, sempre felici di vedere la grinta, la voglia e lo sguardo senza paura di Nicolò. Una colonna portante del presente e una delle basi su cui cercare di costruire un futuro vincente. Perché, al momento, di giocatori come Barella ce ne sono davvero pochi in circolazione.
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