Analisi

Bastoni è l’arma in più dell’Inter in attacco: sarà la stessa cosa con Pavard?

Una freccia in più da aggiungere al proprio arco. È quello che si augura Simone Inzaghi con l’arrivo di Benjamin Pavard. Il francese è stato acquistato per rinforzare la retroguardia e per dare ulteriore solidità a un reparto che ha ben figurato negli ultimi mesi della passata stagione (oltre che nelle prime tre partite di quella in corso) e che ormai è uno dei punti di forza della squadra. Ma Benji potrebbe rivelarsi anche un’arma in più in fase offensiva. Una sorta di “gemello diverso” di Bastoni, sulla destra.

Quasi sempre quando si elogiano le qualità in zona gol dell’Inter vengono citati gli attaccanti (ovviamente) e al massimo i centrocampisti o i due esterni. D’altronde, in parte, non potrebbe essere altrimenti. Anche queste prime tre gare di Serie A lo hanno dimostrato: già 5 reti per Lautaro (attaccante), ma a segno anche Thuram (altro attaccante), Dumfries (esterno) e Calhanoglu (centrocampista); 2 assist per Thuram e Dimarco (esterno), 1 per Arnautovic (attaccante), Cuadrado (esterno) e Dumfries. Ma c’è un altro jolly offensivo di Inzaghi, rimasto spesso fuori dai tabellini, che passa inosservato: Alessandro Bastoni. Il braccetto sinistro della difesa a tre è un’arma tanto sottovalutata quanto efficace. In Inter-Fiorentina, ad esempio, come ricorda Opta, il classe ’99 ha mandato 5 volte i compagni di squadra al tiro (suo nuovo record personale di occasioni create in una singola gara di Serie A). Un dato che non è balzato agli occhi di tutti, ma che spiega quanto sia utile e prezioso l’azzurro. Senza dimenticare, poi, tutti gli assist forniti da Bastoni negli ultimi anni. In particolare per Nicolò Barella…

E ora arriviamo a Pavard. Sì, perché la speranza di Inzaghi è che il francese possa, in un certo senso, replicare sulla destra il lavoro di Bastoni e diventare il suo “gemello diverso”. Naturalmente non svolgendo gli stessi compiti, quello dipende dalle caratteristiche del giocatore, ma in termini di rendimento e pericolosità offensiva. Benji, infatti, è arrivato all’Inter per occupare lo slot di terzo difensore centrale, anche se in carriera ha spesso giocato come terzino. Sia in Bundesliga (con le maglie di Stoccarda e Bayern Monaco) sia con la nazionale francese si è messo in mostra in questo ruolo. Ottenendo ottimi risultati. Per quanto non sia entusiasta di ricoprire quella zona di campo – ha sempre affermato di sentirsi un centrale – i risultati e i numeri sono dalla sua. Lo dimostrano ad esempio i 7 gol realizzati tra tutte le competizioni nella passata stagione o il bolide indimenticabile – e allo stesso tempo fondamentale – messo a segno contro l’Argentina ai Mondiali 2018, una rete decisiva per il trionfo finale della Francia. Insomma, se Bastoni può essere il regista e l’assist-man aggiunto della squadra, Pavard il goleador inaspettato.

Inzaghi dovrà ripartire da qui: unire il desiderio di Benji di giocare nel ruolo di difensore puro alle sue spiccate qualità offensive. In modo da avere due frecce letali, pronte ad essere scoccate dal proprio arco: una a sinistra, una a destra. Alessandro Bastoni da una parte, Benjamin Pavard dall’altra.

Nicolò Brunner