Esistono momenti spartiacque nella vita di ognuno, calciatori compresi. Quei frangenti in cui tutto svolta, una sola piega, una scelta, e il futuro viene stravolto. Come nel caso di Marcelo Brozovic, che si è ritrovato ad essere il motore del 19esimo Scudetto… quasi per caso.
Il centrocampista croato infatti, arrivato a Milano nella stagione 2014/2015, non è stato fin dall’inizio “Epic”. Svogliato, pigro e poco motivato, Brozovic era una delle tante croci e delizie di quel periodo, capace di cambiare volto ad una gara e di dimostrarsi avulso, dannoso quasi, per le altre dieci successive. Dopo 3 anni con pochi alti e tanti bassi, l‘Inter nel 2018, alla ricerca di una svolta in cabina di regia, si era convinta a cederlo al Siviglia nel mercato di gennaio. Ausilio aveva praticamente piazzato il centrocampista sull’aereo privato arrivato dalla Spagna, tutto era fatto, mancavano solo le firme. Prestito con riscatto fissato a 29 milioni di euro.
Il destino però, attraverso Luciano Spalletti, ha voluto diversamente. L’allora allenatore dell’Inter si mise di traverso, opponendosi con tutte le forze alla cessione e promettendo che sarebbe riuscito a trovargli un ruolo adatto e a trasformarlo. La dirigenza nerazzurra, probabilmente nemmeno troppo convinta, decise di accontentarlo, mollando di colpo Javier Pastore, e annullando l’operazione praticamente conclusa con il Siviglia. Mai scelta fu più azzeccata. Motivato forse dalla fiducia del tecnico, Brozovic da allora è cambiato completamente, prendendo in mano le chiavi dell’intero centrocampo. Un uomo nuovo.
Da 3 stagioni quel centrocampista svogliato e pigro è solo un ricordo, come dimostrano i numeri: da 3 anni è il giocatore che macina più chilometri in campo a fine campionato. Tutto il gioco passa dai suoi piedi, ora saggi e sicuri, non più molli e indolenti. Il croato è ora fulcro di gioco e perno della squadra, non solo in campo, ma anche nello spogliatoio, di cui è praticamente l’animatore.
Come nei migliori film, basta un soffio, un caso, per cambiare l’intera carriera, la vita ed il destino sportivo di un club. Ecco perché l’Inter non può fare a meno del suo eccentrico regista e deve assolutamente blindarlo con un rinnovo adeguato. Più di tanti altri nomi più blasonati, il numero 77 è essenziale nei tempi di gioco, come dimostrano le difficoltà nerazzurre quando manca lui in cabina di regia. Ed ecco perché, più ancora che per le due qualificazioni in Champions League, l’Inter dovrà ringraziare Luciano Spalletti proprio per questo. Nello scorso Scudetto, nella rinascita dell’Inter, gran parte dello zampino è suo. Che squadra sarebbe infatti senza un regista del livello di Brozovic?
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