9 Settembre 2024

3 MOTIVI per cui Palacios può diventare DAVVERO il nuovo Bisseck

Ecco perché il paragone fra i due è sensato

Fra i giocatori che sono rimasti ad Appiano Gentile durante la sosta nazionali, ce n’è uno che sta lavorando più degli altri: si tratta di Tomas Palacios. Il difensore argentino è stato l’ultimo acquisto del calciomercato dell’Inter e viene da un discreto periodo di inattività.

Il mancino classe 2003, infatti, dopo essere sbarcato a Milano domenica 25 agosto ha atteso per cinque giorni in un hotel del capoluogo lombardo prima dell’ufficialità a causa di alcuni dettagli da risolvere fra Inter, Independiente Rivadavia e Talleres. Dopodiché, ha assistito alla gara di San Siro contro l’Atalanta e poi è tornato in Argentina per le ultime pratiche burocratiche. Per questo motivo, ha continuato a lavorare anche durante i giorni di riposo che Simone Inzaghi ha concesso ultimamente alla squadra.

Sin dall’inizio, il suo acquisto è stato paragonato a quello di Yann Bisseck e il paragone non è campato in aria. Età simili al momento dell’arrivo a Milano (21 anni Palacios, 22 il tedesco), così come prezzo pagato per il cartellino (6,5 milioni l’argentino, 7,5 milioni l’ex Aarhus), ma non solo.

Palacios si inserisce all’interno di una precisa strategia di Oaktree che – sin dall’infortunio di Buchanan – ha “scartato” le ipotesi over 30 come Mario Hermoso o Ricardo Rodriguez chiedendo alla dirigenza di virare su un giovane di prospettiva che possa essere una presenza costante in campo già al primo anno e di conseguenza far lievitare il suo valore economico. “Modello Bisseck“, appunto. Andiamo ad elencare tre motivi per i quali la fortunata operazione del 2023 potrebbe trovare replica nel 2024.

1) Caratteristiche

Palacios è un gigante, proprio come Bisseck: 196 cm per entrambi, stando a Transfermarkt. L’altezza e la costituzione fisica hanno rappresentato due fattori che hanno accelerato parecchio il processo di inserimento del tedesco nel campionato italiano e nei meccanismi dell’Inter. La Serie A sta dimostrando di essere terreno fertile per i difensori di stazza simile, i quali vengono favoriti da un’esuberanza atletica che gli consente di fare la differenza, soprattutto in un sistema come quello dell’Inter di Simone Inzaghi dove ai terzi di difesa viene chiesto di spingere costantemente.

Da valutare se Palacios dimostrerà la stessa personalità di Bisseck, intravista sin dall’inizio. Il tedesco è incappato in alcuni errori, come a Lisbona in Champions League, senza però perdersi d’animo e anzi non rinunciando ai suoi punti di forza. Ci auguriamo che l’argentino faccia lo stesso, nel momento in cui dovessero verificarsi delle incertezze, ma di sicuro le statistiche incoraggiano: era il primo difensore nel campionato argentino per dribbling tentati.

A differenza del tedesco, all’ex Independiente servirà forse un rodaggio leggermente più lungo, non avendo mai sperimentato il calcio europeo a differenza di Bisseck, che arrivava dalle esperienze in Danimarca, Germania, Olanda e Portogallo.

2) Più chance in Serie A?

Di contro, c’è da dire che Tomas Palacios potrà contare su una stagione più lunga e quindi con maggiori possibilità di mettersi in mostra rispetto a quanto accaduto a Bisseck l’anno scorso. Per forza di cose, Simone Inzaghi dovrà ricorrere a rotazioni superiori, visto il calendario che attende l’Inter, con le 8 partite di Champions League da qui a gennaio a cui sommare una gara di Coppa Italia e due (minimo una) in Supercoppa Italiana.

Vero che il tecnico ha lasciato Palacios fuori dalla lista Uefa e quindi l’argentino non potrà giocare in Europa, e a prima vista questo potrebbe non essere un segnale propriamente confortante in vista del suo impiego futuro. Se la guardiamo più profondamente, però, significa che l’argentino potrebbe avere più possibilità in Serie A, essendo libero da impegni in Champions League. Ed essere presto coinvolto nel turnover. Non subito, certo. Ma neppure l’impiego di Bisseck fu così immediato.

3) “Tanto non gioca”

Fin dal luglio dell’anno scorso, uno dei tormentoni fra i tifosi nerazzurri recitava più o meno così: “Tanto, se non gioca Pavard, gioca Darmian al suo posto…”. La convinzione ebbe vita discreta, non breve ma neanche lunga: quasi fino a fine 2023. Perché effettivamente le cose andarono in quel modo fino a un certo punto, vista l’adattabilità dell’ex Torino da terzo di difesa. Da Inter-Udinese del 9 dicembre, Bisseck si impose come sostituto ideale di Pavard e di fatto non uscì più dalle rotazioni, consentendo a Darmian di ritornare a fare l’esterno a tutta fascia, tamponando l’assenza (di fatto eterna) di Cuadrado.

Quest’anno lo scenario sembra ripetersi. Molti tifosi immaginano che, anche in assenza di Alessandro Bastoni, a prenderne il posto sarà Carlos Augusto scalando nei tre dietro. È assolutamente probabile che in un primo momento vada effettivamente così, anzi, è sicuro che accada quanto meno in Champions League. Ma attenzione alle previsioni fatte con troppa sicurezza sulle scelte di Simone Inzaghi. Il tecnico sicuramente manda in campo i suoi giocatori – soprattutto giovani – solo quando può fidarsi di loro, ma quel momento poi arriva, se i ragazzi lo meritano. Bisseck lo ha meritato ed oggi è il vice Pavard, Palacios può fare lo stesso ed essere il vice Bastoni, consentendo a Carlos Augusto di fare il vice Dimarco e magari a Tajon Buchanan di spostarsi a destra. Non subito, ma presto sì.