Analisi

Perché l’Inter ha deciso di non puntare su Sensi

Stefano Sensi si appresta a trasferirsi in direzione Leicester. Il centrocampista di Urbino, in scadenza con i nerazzurri il prossimo 30 giugno, lascerà l’Inter con sei mesi d’anticipo consentendo alla Beneamata di incassare 2,5 milioni in caso di promozione delle Foxes in Premier League.

Marotta e Ausilio, infatti, avevano deciso già da tempo di non rinnovare il contratto del classe 1995 e di lasciarlo andare a zero in estate. Ma quali sono stati i motivi della decisione? Gli infortuni, certo, ma anche un rendimento che – da un certo momento in poi – non è più stato neppure lontano parente di quello ammirato all’inizio dell’avventura in nerazzurro.

Storia di Sensi all’Inter: l’innamoramento collettivo

Alzi la mano chi, tifoso dell’Inter, non si è calcisticamente innamorato di Stefano Sensi da agosto a ottobre 2019. Arrivato dal Sassuolo nell’estate di quell’anno per 5 milioni di prestito oneroso e diritto di riscatto (poi esercitato) fissato a 25, il centrocampista è sbarcato a Milano poco prima di Nicolò Barella e proprio con lui, insieme a Marcelo Brozovic, ha formato il trio di centrocampo della primissima Inter di Antonio Conte.

L’aspetto più sorprendente è che, in quell’inizio di stagione, a brillare di più dei tre fu proprio Sensi. L’ex Sassuolo si presentò con 3 gol, 3 assist e un rigore procurato nelle prime 6 giornate, rivelandosi uomo chiave di quell’Inter capace di ottenere altrettante vittorie. Non solo numeri e non solo campionato, però: fa impressione oggi pensare che questo Sensi sia lo stesso di quel Sensi capace di dettare calcio a centrocampo al Camp Nou in Champions League. Tocchi di qualità, dribbling sguscianti, tiri da fuori, passaggi geniali, rapidità sorprendente: un vero e proprio funambolo dalla tecnica sopraffina.

Il problema è che quel Sensi trovò di fatto il precoce epilogo alla settima giornata di campionato, Inter-Juventus, quando al (maledetto) minuto 34 del 6 ottobre 2019 si fermò per un problema muscolare. E con lui tutta l’Inter, che finì col perdere 2-1 quella gara.

Storia di Sensi all’Inter: il calvario degli infortuni e i prestiti

Il giocatore capace di far innamorare tutti ad Appiano Gentile e a San Siro non c’è mai più stato. In quella stagione totalizzerà altre misere 9 presenze, partendo dall’inizio solo in 4 occasioni, fermato da infortuni ripetuti e destinati a diventare cronici.

L’andazzo non cambierà nel 2020-21, con 21 presenze complessive e un minutaggio esiguo, da soli 635 minuti. Ancora tante partite saltate, ma soprattutto uno stato di forma – anche nei rari periodi a disposizione di Conte – deficitario. Totale: 0 gol e 0 assist, contributo praticamente nullo alla causa scudetto vinto dai nerazzurri.

La stagione 2021-22 si apre con Simone Inzaghi in panchina e Sensi titolare alla prima giornata di campionato contro il Genoa, da seconda punta a supporto di Edin Dzeko. Ottima prova, nuovi accenni di entusiasmo e quindi altra cocente delusione, con gli infortuni a ripresentare ben presto il conto.

È qui che l’Inter perde probabilmente ogni speranza di recuperarlo e non a caso, a gennaio, lo cede in prestito alla Sampdoria. Prima di andarsene, però, Sensi consentirà all’Inter di qualificarsi ai quarti di Coppa Italia (poi vinta), segnando il gol decisivo ai tempi supplementari contro l’Empoli. Con i liguri riuscirà a trovare un po’ di continuità, saltando “solo” tre partite per infortunio nel girone di ritorno.

Non abbastanza, però, per convincere l’allora società di Ferrero a tenerlo in rosa. Nell’estate del 2022, così, l’Inter opta per un nuovo prestito, questa volta al Monza. Quando sta bene, Sensi mostra qualità superiore e salta quattro partite in tutto il campionato per la frattura del perone, segnando 3 gol e firmando 2 assist. Anche in questo caso, però, nulla da fare: Sensi non rimane in Brianza.

Storia di Sensi all’Inter: prima ai margini, poi al Leicester

Siamo all’attualità. Sensi torna all’Inter nell’estate 2023 con il contratto in scadenza dopo un anno, la strada del prestito non è percorribile e la dirigenza non riesce a cederlo. Il centrocampista rimane a Milano più per inerzia che per reale convinzione reciproca e il minutaggio sta lì a testimoniarlo: solo 4 presenze fino a questo momento e 65 minuti in campo.

Da qui la trattativa con il Leicester, che si dice disposto a versare un indennizzo all’Inter per acquistarlo subito. Sensi giocherà in Championship fino al termine della stagione e poi, con tutta probabilità, si cimenterà con la Premier League. Le sue qualità non sono mai state in discussione e a lui va l’augurio di liberarsi dai tormenti fisici che da anni non gli consentono di raggiungere la condizione adeguata per esprimerle. E all’Inter resta il ricordo di quel Sensi.

Simone De Stefanis