Catania-Inter: Più sciabola che fioretto…
Catania, dopo una settimana all’insegna della scherma iridata, sposta l’attenzione sulla sfida del “Massimino” , per l’occasione gremito e vestito a festa, con l’intenzione di spingere i suoi beniamini alla vittoria come fece 2 anni fa contro l’Inter pigliatutto di Jose Mourinho. La squadra rossazzurra, per bissare quello storico successo si affiderà al 3-5-2, così come avvenuto a Novara, con l’arretramento di Capuano sulla linea difensiva e la conferma di Davide Lanzafame in appoggio a Gomez e al terminale offensivo, che ancora una volta sarà Bergessio. Una difesa in emergenza. Montella farà di necessità virtù, dovendo rinunciare a mezza difesa (Bellusci, Alvarez e Potenza) , sperimentando Capuano in posizione di centrale sinistro in una difesa a 3 accanto a Spolli e al recuperato Legrottaglie. I pericoli per la difesa rossazzurra potrebbero essere legati alla capacità di fraseggio stretto tra le punte nerazzurre e dalle incursioni di Maicon dalla destra, che potrebbero risultare decisive nella creazione della superiorità numerica e liberare Pazzini e Milito in area etnea. Da non sottovalutare il momento difficile di Andujar, reduce dal match tra Cile e Argentina, che in campionato ha alternato buone cose a topiche clamorose, di conseguenza la soluzione da fuori, nelle corde di Cambiasso e Stankovic in particolare, potrebbe rivelarsi decisiva per far saltare il fortino eretto da Montella. Geometrie e polmoni nella zona nevralgica. Lodi e Almiron per impostare il gioco e rovesciare rapidamente l’azione, garantendo verticalizzazioni immediate per gli esterni d’attacco o direttamente a beneficio della punta. Scelta coraggiosa quella del tecnico campano che ha dimostrato in questo primo scorcio di stagione, di volersela giocare con chiunque ma che oggi, su un campo allentato dalla pioggia abbattutasi sulla città nella notte, si troverà di fronte il dinamismo di Muntari e la forza fisica di Stankovic e Zanetti con Cambiasso a completare il reparto. Non proprio un centrocampo leggero che Ranieri ha predisposto allo scopo di non fare ragionare i rossazzurri già a partire dalla loro trequarti. Izco e Delvecchio avranno il compito di correre e pressare per 90 minuti, sostenendo la squadra in entrambe le fasi. Bergessio per sorprendere, Gomez per ispirare. Sembra non esserci spazio neanche oggi per Maxi Lopez, almeno dal 1′ minuto, così tocca ancora una volta a Gonzalo Bergessio, assai più mobile del compagno, spesso impegnato in quei ripegamenti che tanto piacciono agli allenatori. Gomez è forse l’uomo più in forma del Catania, Ranieri lo sa e piazza Nagatomo e Muntari dalla sua parte per limitarne il raggio d’azione. Dall’altra parte Lanzafame non avrà vita facile: se la vedrà con Maicon e Zanetti, non proprio gli ultimi arrivati, e dovrà preoccuparsi di non sbilanciare la squadra e all’occorrenza creare varchi per i compagni muovendosi continuamente senza palla. Le chiavi del match. Il Catania si affiderà innanzitutto alla spinta del pubblico rossazzurro che , c’è da giurarci, diventerà una bolgia infernale dal fischio d’inizio e soprattutto nei primi 15 minuti della gara. A livello tattico, come sempre sarà il centrocampo a raccontare la storia del match. Se Ranieri dovesse riuscire a tagliare i rifornimenti a Lodi e Almiron, probabilmente sarebbe già a metà dell’opera. Attenzione alle palle inattive, sia per quanto riguarda le mischie in area con Spolli e Legrottaglie temibili nel gioco aereo, sia per le soluzioni dirette verso la porta, con Lodi vero e proprio cecchino. Alle 18 vedremo, a giudicare dalle scelte dei 2 allenatori e dalle condizioni non proprio favorevoli ai palleggiatori, sarà di sicuro una sfida per combattenti.