CHE FINE HA FATTO – Nwankwo Kanu, l’attaccante a cui Moratti salvò la vita
87° appuntamento con la rubrica settimanale di Passioneinter.com che rivela qual è stato il destino degli ex calciatori nerazzurriLo sport è pieno di storie a lieto fine. Storie che raccontano di imprevisti, attimi e momenti che possono cambiare la vita delle persone. E c’è un ex giocatore dell’Inter che una storia così la può ancora narrare, anche se nel lontano 1996 questo non era poi così tanto sicuro. La rubrica “Che fine ha fatto” di Passioneinter.com racconta questa settimana la vita di Nwankwo Kanu, il giocatore nigeriano a cui Massimo Moratti pagò un’operazione al cuore per salvargli la vita.
GLI ESORDI E L’ARRIVO ALL’INTER – Kanu era un attaccante nigeriano fisicamente devastante: 197 cm di altezza per 90 kg di peso. Dopo gli inizi in Nigeria, si mise in mostra nel 1993 durante il campionato Mondiale U-17 vinto dalla sua nazionale, e la squadra più veloce a scommettere su di lui fu l’Ajax. Con i lancieri Kanu vinse tre campionati d’Olanda e una Champions League tra il 1993 e il 1996, collezionando 26 reti in 56 presenze totali in tre stagioni. Proprio nell’estate del 1996, la stessa in cui Kanu vinse la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Atlanta e venne nominato calciatore africano dell’anno (lo sarà anche nel 1999), in Italia Massimo Moratti stava progettando una grande Inter, finalmente competitiva. L’ex patron nerazzurro scelse proprio il nigeriano per guida l’attacco e lo strappò agli olandesi per 8 miliardi di lire.
IL PROBLEMA AL CUORE E L’OPERAZIONE – Arrivato a Milano, Kanu si sottopose alle visite mediche di rito che però regalarono brutte sorprese al giocatore: i medici diagnosticarono una disfunzione cardiaca congenita. La sua carriera era seriamente a rischio. A questo punto l’Inter poteva anche interrompere il contratto per inadempienza, in quanto l’Ajax, precedente proprietaria del cartellino, non aveva provveduto a tener conto delle condizioni fisico-atletiche dell’attaccante. Moratti però decise di aiutarlo e lo mandò a Cleveland, in Ohio, in una delle migliori cliniche per la cardiochirurgia, per farlo sottoporre ad un intervento d’urgenza di sostituzione della valvola aortica. Il presidente pagò tutto quanto di tasca propria per regalare a Kanu la speranza di tornare a calcare i campi di calcio.
IL RITORNO – E Kanu sul campo ci torna. Nella stagione 1997/1998 fa il suo debutto a San Siro in una squadra di fenomeni: Ronaldo, Djorkaeff, Zamorano, per citarne alcuni. Ed il 15 marzo 1998 segnò la sua unica rete con il club, in occasione del vittorioso incontro casalingo di campionato contro Atalanta finito 4-0, quando dopo un controllo magistrale di petto infilò il portiere bergamasco facendo esplodere di gioia i tifosi nerazzurri. Un gol che sapeva di liberazione da quel calvario che poteva costargli anche la vita. Alla fine di quell’anno Kanu vinse anche la Coppa Uefa con i nerazzurri pur non scendendo in campo nella finale.
L’ADDIO ALL’INTER E LE NUOVE ESPERIENZE – Nel gennaio del 1999, dopo svariati corteggiamenti da tutta Europa respinti prontamente da Moratti, Kanu si trasferisce all’Arsenal. Con la squadra londinese si mise in luce segnando gol spettacolari, anche se spesso fu costretto a partire dalla panchina, subentrando a Nicolas Anelka prima e a Thierry Henry poi. Nel 2004 si trasferisce a titolo gratuito al West Bromwich Albion (con due Premier League e due FA Cup in vetrina vinte con i Gunners) e nel 2006 al Portsmouth, squadra in cui concluderà la carriera nel 2012 a 36 anni.
CHE FINE HA FATTO? – Dopo l’addio al calcio giocato, Kanu ha dedicato la sua vita ad aiutare i bambini malati, aprendo la Kanu Heart Foundation che ha permesso 538 operazioni di successo in Inghilterra, India, Nigeria e Israele. Nel 2014 lo stesso ex giocatore si è dovuto sottoporre ad un secondo intervento, sempre al cuore. “La cosa più bella non sono i trofei, è incontrare gente per strada che ti dice grazie e tu chiedi: “Perché?” e loro ti rispondono che sono stati aiutati dalla fondazione. Abbiamo i soldi e la fama, dobbiamo usarli per i bambini africani, per fare ospedali in Africa”, spiegò alla BBC.
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