Ormai è il segreto di Pulcinella: l’Inter cerca un attaccante per la prossima estate. La fine di marzo è un orizzonte temporale sufficiente per trarre un bilancio sulla stagione attuale, sul rendimento di alcuni calciatori e sull’individuazione di alcuni correttivi per rinforzare l’organico in vista della prossima. Marotta e Ausilio sanno che Arnautovic e Sanchez non bastano e che la loro scarsa affidabilità ha costretto la coppia Lautaro-Thuram agli straordinari.
Fra gli effetti collaterali della stanchezza evidente sia nell’argentino che nel francese c’è stata anche l’eliminazione in Champions League, con l’Inter che – a differenza dell’Atletico Madrid – non ha potuto pescare dalla panchina alternative valide per il reparto avanzato nel momento più difficile della partita. Per questo la caccia all’attaccante del futuro in vista del 2024-25 è già cominciata.
La società sta valutando diversi nomi, ma fra questi il preferito sembra essere Albert Gudmundsson. Il numero 11 del Genoa sta disputando un’ottima stagione e l’Inter vorrebbe portarlo a Milano, facendosi forte anche della volontà del giocatore. Gudmundsson, che sarebbe il primo islandese nella storia della Beneamata, sa perfettamente che il suo futuro è lontano dalla Liguria; già a gennaio è stato vicino alla Fiorentina, prima di rifiutare dopo aver captato l’interesse di club più prestigiosi. Fra cui l’Inter, appunto.
L’attaccante del Genoa ha manifestato la volontà di proseguire la sua carriera in Serie A, visto che in Italia si trova bene, dando al contempo priorità ai nerazzurri, che da mesi si stanno informando dettagliatamente sulla sua situazione. Per acquistarlo servono circa 30 milioni di euro, ma in Viale della Liberazione c’è fiducia sulla possibilità di imbastire l’affare sotto forma di un prestito oneroso con obbligo di riscatto (replicando l’operazione Frattesi), oppure di abbassare la quota cash tramite l’inserimento di una contropartita tecnica come Valentin Carboni, fissando un’opzione di riacquisto che consenta al club di non perdere il controllo del calciatore.
Destro di piede, Gudmundsson è alto 177 cm e la sua stazza dice già molto sulle caratteristiche e i punti di forza del calciatore, che tratteremo a breve. L’islandese è approdato al Genoa nell’estate 2022, firmando l’ultimo prolungamento nel novembre 2023 e allungando il contratto fino al 30 giugno 2027. Un orizzonte temporale che di certo gioca a favore del Genoa in sede di trattativa.
Secondo Transfermarkt, infatti, il suo valore di mercato si attesta sui 22 milioni di euro ma – come detto – la richiesta del club ligure è più elevata e tocca quota 30. Un sovrapprezzo dovuto tanto alla scadenza lunga quanto all’interesse di altri club come la Juventus e il Tottenham.
Albert Gudmundsson fra tre mesi compirà 27 anni, essendo nato il 15 giugno 1997 a Reykjavik, in Islanda. La sua famiglia ha un’ampia tradizione calcistica, visto che il papà ha giocato in patria e in Belgio, il nonno soltanto sul territorio islandese mentre il bisnonno materno è sicuramente il più affermato della famiglia. Primo islandese di sempre a giocare nel calcio professionistico, ha giocato in alcuni dei club più prestigiosi come l’Arsenal e – udite udite – il Milan, esattamente nella stagione 1948-49.
Tornando al pronipote, la sua carriera è cominciata nelle giovanili del Reykjavik, dove ha militato dal 2006 al 2013, prima di passare all‘Heerenveen fino al 2015 e poi al Psv Eindhoven, nel cui vivaio ha disputato numerose partite, debuttando poi in prima squadra nella stagione 2017-18, per un totale di 12 presenze.
Nell’estate 2018 è stato ceduto per 1,8 milioni all’Az Alkmaar, autentica fucina di talenti tra i quali diverse conoscenze dell’attuale Serie A: Reijnders del Milan, Koopmeiners dell’Atalanta e Karlsson del Bologna. Con il club olandese ha disputato tre stagioni e mezzo molto positive, chiudendo l’esperienza con un totale di 98 presenze e 24 gol, prima di essere ceduto al Genoa per 1,2 milioni di euro il 31 gennaio 2022, a sei mesi dalla scadenza del contratto.
Con il Grifone gioca sei mesi in Serie A ma non riesce a impedire la retrocessione, pur trovando la prima rete in Serie A contro la Juventus nelle ultime giornate del campionato 2021-22. Nella stagione successiva è il giocatore simbolo dell’immediata promozione dei rossoblù, chiudendo l’annata con 14 gol in 38 presenze, tanto da essere nominato dai tifosi genoani come miglior giocatore dell’anno.
La stagione dell’esplosione, tuttavia, è sicuramente quella in corso. Gudmundsson si sta infatti affermando come uno dei maggiori talenti della Serie A e, alla fine di marzo, ha già segnato 10 gol pur non avendo caratteristiche da centravanti. Tanti quanto Thuram, per intenderci. Se sommiamo la Coppa Italia, il bottino stagionale sale a 12 reti più 3 assist.
Duttile, imprevedibile, dribblatore. Sono tre aggettivi che ben si sposano con lo stile di gioco di Albert Gudmundsson, che in carriera ha ricoperto i ruoli di centrocampista offensivo, ala destra o sinistra fino a quello di seconda punta, occupato oggi stabilmente al Genoa in coppia con Retegui nel 3-5-2 di Gilardino.
L’islandese riesce a essere imprevedibile grazie all’ottima tecnica di base che lo rende capace di calciare pericolosamente dalla distanza con il suo piede destro, lo stesso con il quale ha già creato 42 occasioni da calcio piazzato in questa stagione. Nessuno vanta numeri simili nei cinque maggiori campionati europei. Gudmundsson è poi un dribblatore nato, lo è sempre stato fin dai tempi delle Eredivisie. I suoi numeri in Serie A parlano chiaro: 1,41 dribbling riusciti di media a partita. Nessuno nell’Inter vanta statistiche simili e la cosa non ci sorprende.
La squadra nerazzurra è ormai da tanti anni una delle ultime in Serie A per capacità di saltare l’uomo nello stretto. Una lacuna alla quale l’Inter sopperisce con i costanti scambi di posizione per disorientare le difese avversarie, le triangolazioni per creare superiorità numerica e l’armonia nella manovra per schiacciare i rivali. Tuttavia, spesso è stato evidenziato come questo tipo di approccio richieda uno stato di forma sempre molto elevato e, se questo non è presente, l’Inter rischia di soccombere, come accaduto contro l’Atletico Madrid. Dotarsi di uno specialista in materia sarebbe una carta in più per Simone Inzaghi, in vista del nuovo esame europeo del prossimo anno oltre che per confermare la propria superiorità in campionato.
Gudmundsson, inoltre, per caratteristiche sarebbe complementare a tutti e tre gli elementi certi di far parte della rosa del prossimo anno. Potrebbe svariare intorno a Lautaro e dialogare con lui nello stretto, sfruttare le corse di Thuram per imbeccarlo o per farsi aprire spazi alla ricerca del tiro, esaltare le doti di Taremi da rapace d’area scambiandosi le posizioni in maniera fluida, essendo l’iraniano abile su tutto il fronte offensivo. Ecco perché oggi Gudmundsson è il primo nome sulla lista di Marotta e Ausilio.
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