Analisi

Cinque cose che abbiamo imparato da Benfica-Inter 0-2

Benfica-Inter 0-2. Difficile alla vigilia dell’andata dei quarti di finale di Champions League ipotizzare un risultato migliore. I nerazzurri hanno giocato una partita eccezionale, l’ennesima conferma di come Inzaghi e i suoi ragazzi si trasformino nelle partite di coppa. Ancora in fibrillazione per i gol di Barella e Lukaku, andiamo ad analizzare le cinque cose che abbiamo imparato dalla sfida dell’Estadio Da Luz,

CERTE NOTTI

L’Inter di quest’anno è un lupo mannaro: si anima di notte. Non con la luna piena, bensì con la musica della Champions League. In Europa, gli uomini di Inzaghi sembrano trasformarsi: tanto compassati e quasi proni alla delusione in campionato, quanto combattivi, temerari e convinti di poter superare i propri limiti nelle grandi sfide in campo internazionale. C’è un problema motivazionale da risolvere? Probabilmente sì, e bisogna trovare una spiegazione al perché di questo percorso stagionale fatto di alti bassi. Però, come canta un grande interista come Luciano Ligabue: “Certe notti la strada non conta, quello che conta è sentire che vai”. E l’Inter, in Champions League, va molto forte.

IL BARELLA RITROVATO

Dopo una prima parte di stagione esaltante, il 2023 di Barella era iniziato in ombra. Il centrocampista si era fatto segnalare più per i diverbi con i compagni di squadra, in particolare con Lukaku, che per le giocate in campo. I due legni contro Fiorentina e Salernitana sembravano essere dei cattivi presagi. Invece, la mezz’ala nerazzurra ha ritrovato se stesso, e non poteva scegliere serata migliore. Barella ha dominato il centrocampo in lungo e in largo, dispensando tecnica e intensità senza mai una pausa. Una prestazione totale, coronata dal primo gol dell’anno.

ROMELU NON HA PAURA DI TIRARE UN CALCIO DI RIGORE

Dopo Spezia-Inter si è parlato molto della questione rigoristi in casa Inter. In realtà, c’è poco da discutere, perché a parlare ci pensano i numeri: con quello al Benfica, Lukaku è a quota 19 rigore segnati su 19 tirati con la maglia dell’Inter. Un cecchino infallibile. Big Rom non sarà ancora dominante in mezzo al campo, con il gol su azione che stenta ad arrivare in Serie A, ma dagli undici metri rimane letale, come è sempre stato: 4 su 4 da quando è tornato a Milano, tutti dopo l’infortunio. Un giocatore non si giudica da un calcio di rigore, ma quelli di Lukaku cominciano ad avere un peso specifico importante sulla stagione dell’Inter.

BASTONI DIPINGE ARCOBALENI

Bastoni è vittima troppo spesso di discorsi reazionari, legati ai suoi presunti limiti difensivi. Ammesso che questi esistano, perché ieri sera il centrale nerazzurro ha giocato una grande gara in fase di non possesso (e l’intervento su Goncalo Ramos era regolare, con buona pace di Roger Schmidt). La differenza che rende Bastoni diverso da tutti gli altri, però, la si è vista sul gol di Barella. La traiettoria disegnata per il gol dell’1-0 è un colpo di alta classe, degno dei migliori trequartisti. E non è un episodio fortunato: il difensore dell’Inter, infatti, ha anche sfiorato il bis con Dumfries poco dopo. In generale, poi, non è una novità che la connessione con il centrocampista sardo funzioni così bene. Grazie sì agli inserimenti di quest’ultimo, ma soprattutto per merito delle intuizioni di Bastoni.

ONANA E DUMFRIES: SQUADRA DI SALVATAGGIO

I minuti finali di Porto-Inter sono già scolpiti nella memoria collettiva del popolo interista: il salvataggio sulla linea di Dumfries e la miracolosa parata di Onana in pieno recupero sono l’immagine degli ottavi di finale di Champions League. Ecco, ieri sera la squadra speciale di salvataggio nerazzurra lo ha rifatto: prima Dumfries, questa volta a inizio secondo tempo, con un intervento all’ultimo miracoloso; poi Onana, ancora affezionato ai minuti di recupero, con una parata provvidenziale su Goncalo Ramos nell’ultima azione della gara. L’Inter torna a casa dal Portogallo senza reti incassate. E il merito è soprattutto di loro due.

Enrico Traini