Per chiudere un mese di gennaio fatto di alti e bassi, l’Inter non poteva scegliere serata per sfoderare una prestazione di grandissima intensità. Contro l’Atalanta, una delle squadre più in forma dell’ultimo periodo nel campionato italiano, la formazione di Simone Inzaghi ha gestito con grande padronanza il match, centrando il passaggio alle semifinali di Coppa Italia grazie al gol vittoria di Matteo Darmian. Come di consueto, dunque, andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Atalanta 1-0.
Dal match di ieri viene fuori una consapevolezza: non contano tanto gli interpreti, ma quanto cuore ci mettono in campo. Perché la difesa dell’Inter, che nelle ultime settimane ha dato segnali importanti di compattezza ed equilibrio, ha bisogno di gente come Darmian. L’ex Manchester United dimostra per l’ennesima volta grande affidabilità da terzo di difesa, preciso nelle coperture e risorsa in più quando si tratta di ripartire.
L’Inter vista ieri sera a San Siro, oltre al predominio tattico, ha dato dimostrazione di viaggiare ad una velocità diversa rispetto ad una squadra energica come l’Atalanta. Una delle migliori prestazioni sul piano della corsa e della fisicità, riflessa soprattutto nello strapotere di Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella. Chi avrebbe bisogno di tirare il fiato è invece Mkhitaryan che in questo 2023 è sempre stato utilizzato da Inzaghi dal primo minuto, ma anche nelle difficoltà l’armeno è riuscito a tirar fuori la solita prestazione di classe infinita.
La risposta che Inzaghi chiedeva ad alcuni calciatori è arrivata con personalità ieri sera. Se Darmian è ormai una certezza, il primo vero sussulto è arrivato da Stefan de Vrij in una delle migliori gare della sua stagione. In netta ripresa anche Dumfries che si appresta a riprendersi definitivamente una maglia da titolare sulla corsia di destra. Chi ha convinto come mai aveva fatto prima, però, è Robin Gosens. Da suo approdo a Milano, contro l’ex Atalanta l’esterno tedesco ha disputato ieri sera una delle migliori prestazioni in assoluto. Personalità, corsa e quella ‘cattiveria’ agonistica che il pubblico gli chiedeva da tempo.
Chi potrebbe presto riconquistare una maglia da titolare è Romelu Lukaku. Il centravanti belga, dopo aver trascorso il primo tempo a riprendere più che altro confidenza con le emozioni di San Siro, nella ripresa ha evidenziato una crescita tecnica incoraggiante. Fisicamente non è ancora brillante, ma uno con la sua stazza ha giustamente bisogno di mettere nelle gambe tanti minuti prima di sbloccarsi definitivamente. La mente, però, sembra stia tornando serena e per un attaccante dalla sua importanza questo per l’Inter è fondamentale.
Più volte negli ultimi derby l’Inter è arrivata all’appuntamento con la stracittadina reduce da momenti non troppo positivi. Stavolta, invece, va riconosciuto che – per l’ultimo periodo attraversato – chi sta messo peggio sotto tutti i punti di vista è il Milan. Ecco, questa potrebbe non essere però una buona notizia per i nerazzurri di Simone Inzaghi, visto che la storia dei derby insegna che la formazione favorita non sempre al triplice fischio è quella che riesce a portare a casa i tre punti. Ma l’impressione è che, replicando per intensità, concentrazione e condizione fisica la gara di ieri sera, questa Inter possa giocarsela a viso aperto contro chiunque, a prescindere dal momento e dalla forza dei suoi avversari. A quasi tre settimane dalla vittoria in Supercoppa, un’altra grande chance per ristabilire le gerarchie di Milano.
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