Analisi

Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Torino 3-2

PROBLEMI IN DIFESA, LA QUESTIONE È MENTALE?

I numeri dell’Inter in difesa sono sotto gli occhi di tutti e fanno rumore, in particolare, se li paragoniamo a quelli della scorsa stagione. I nerazzurri hanno subito il triplo dei gol rispetto a un anno fa nello stesso momento del campionato: 9 contro 3. Al netto degli errori individuali come quelli di Bisseck dei quali abbiamo appena parlato, c’è un problema in fase difensiva che va risolto e pure presto. L’Inter subisce non solo i gol, ma anche occasioni inammissibili.

Questo determina spesso una sofferenza finale ingiustificata, vissuta sia a Udine che addirittura contro il Torino, anche in superiorità numerica, tenendo le partite in bilico. La sensazione forte è che l’Inter 2023-24 non avrebbe mai concesso reti simili, in momenti simili, ai propri avversari. Molte volte ha chiuso le partite riposando, grazie alle numerose reti di vantaggio e ad un’ermeticità arretrata.

Sicuramente ci sono alcuni errori di sistema e di concetti tattici, ma ci sembra quanto meno difficile che una squadra con gli stessi interpreti abbia disimparato a difendere in pochi mesi: la questione sembra più riconducibile all’atteggiamento e alla concentrazione. Una prova? Provate a riguardare la partita di Champions League contro il Manchester City, quando l’Inter ha sfoderato una prestazione difensiva vicina, vicinissima alla perfezione applicata al calcio.

Quando gli è stato chiesto della possibile differenza di approccio mentale fra Serie A e Champions League, Inzaghi di fatto ha negato, affermando di aver cambiato interpreti e che comunque le occasioni avversarie sono arrivate anche in Champions. Ma forse fa parte di una precisa strategia comunicativa che il tecnico sta mettendo in pratica.

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Simone De Stefanis

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