Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Venezia 1-0
L'analisi della vittoria col brivido a San Siro
PREGI E DIFETTI COSTANTI
Pensare di essere a un solo punto di distanza dalla vetta, nonostante le diverse problematiche emerse in questo avvio di stagione, è forse un aspetto che gioca psicologicamente a favore dell’Inter. I nerazzurri hanno riproposto gli stessi pregi e difetti visti in questo primo scorcio di campionato anche contro il Venezia.
Partiamo dai primi, ovvero la produzione offensiva sempre abbondante. I nerazzurri creano tantissimo, hanno il secondo miglior attacco del campionato e riescono a rendersi pericolosi contro ogni avversario. Emblematica, in questo senso, la partita contro la Juventus che si era presentata a San Siro con un solo gol subito e ne è uscita con quattro incassati in una sola gara.
Il problema è che la gara contro i bianconeri resta emblematica anche nell’altro senso, quello dei difetti che anche contro il Venezia sono rimasti immutati. L’Inter ancora una volta non riesce a chiudere la partita nonostante le numerose occasioni, fra cui almeno tre sciupate da Thuram, una da Mkhitaryan e tante altre scelte sbagliate nei momento chiave.
La leziosità che spesso emerge in fase offensiva fa rima (stonata) con la leggerezza in difesa, perché l’Inter contro i lagunari è stata disattenta dietro e Sommer ha dovuto salvarla due volte. Sul finale, poi, sacrosanto annullare il gol a Sverko, ma la squadra di Eusebio Di Francesco è arrivata in porta (e al cross) con eccessiva facilità, tramite un palleggio lineare e piuttosto prevedibile. Non può essere accettabile.