Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Atletico Madrid 1-0
L'analisi del successo di San Siro
L’INTER È PIÙ FORTE DELL’ATLETICO. MA NON SIGNIFICA CHE SIA FINITA
Sì, lo diciamo senza remore: l’Inter è più forte dell’Atletico Madrid. Lo pensavamo prima e lo pensiamo, a maggior ragione, dopo questa andata degli ottavi di finale. Dopo un primo tempo molto tattico e di studio, la squadra di Simone Inzaghi ha preso vistosamente il comando delle operazioni nella ripresa chiudendo all’angolo i Colchoneros. Gli spagnoli sono stati graziati da numerosi errori sotto porta, ma l’impressione netta è che i nerazzurri siano superiori.
Occhio, però. Perché questa involontaria magnanimità che ha tenuto in vita l’avversario potrebbe essere un boomerang, in vista del ritorno. Essere più forti non significa passare automaticamente il turno, specialmente in Champions League e soprattutto se vai a giocare in un clima infernale, contro un’ottima squadra e contando su una sola rete di vantaggio. Può bastare un dettaglio, una scelta sbagliata per condannarti. O un’assenza pesante, come potrebbe essere quella di Thuram per il quale incrociamo le dita.
L’Inter, però, sa che l’Atletico Madrid a un certo punto sarà costretto ad attaccare e a scoprirsi prestando il fianco alle ripartenze. E lì i nerazzurri possono far male, eccome. Sulla tenuta mentale non abbiamo dubbi: questa è una squadra che ha raggiunto una dimensione europea, che non avrà paura del contesto e del clima incandescente che siamo sicuri verrà creato. Chiudiamo così come abbiamo cominciato: essere vicecampioni d’Europa è una responsabilità da onorare, oltre che una motivazione in più per migliorare il proprio status.