Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Genoa 2-1
L'analisi del successo di San Siro
LAUTARO NON HA BISOGNO DEL RECORD
Il record di Higuain e Immobile si allontana per due motivi. Il primo corrisponde, molto banalmente, alla situazione gol segnati: il Toro è a 23, dovrebbe farne 13 in 11 giornate per eguagliarlo, 14 per superarlo e scrivere la storia. Il secondo è che, con un’Inter ormai in fuga verso la vittoria, è possibile che all’argentino venga concesso un po’ di riposo, a partire dalla trasferta di Bologna. Il numero 10 è apparso stanco anche col Genoa, in alcuni frangenti e in diverse progressioni verso l’area avversaria, arrivando stremato al limite dell’area e perdendo lucidità.
E pazienza per il record, verrebbe da dire. Lautaro è molto altro, non ne ha bisogno: è l’uomo simbolo e copertina di questa Inter che sta incantando l’Italia (un po’ meno) e l’Europa (di più), il capocannoniere e capitano di un’armata. E forse lo ha capito pure lui. Il motivo? Riavvolgiamo il nastro e torniamo all’azione del 2-0: sua la palla geniale con cui serve Barella e che porta all’assegnazione del calcio di rigore.
Manca Calhanoglu, al Toro servono gol per il record e per consolidare il primato nella classifica marcatori. Ti aspetti, dunque, che come con l’Atalanta si presenti ancora lui sul dischetto. E invece no, dagli undici metri ci va Alexis Sanchez e ci va – ipotizziamo – per due motivi. L’argentino in primis ha capito che sa fare tantissime cose, quasi tutte, ma i rigori non sono la specialità della casa: 8 errori su 22 tentativi in maglia Inter sono effettivamente troppi. Seconda ragione: il cileno non aveva ancora segnato in Serie A nella stagione in corso, nonostante meritasse il gol per le ottime prestazioni dell’ultimo periodo.
Il gesto di Lautaro racchiude tutto: maturità raggiunta, consapevolezza dei propri limiti che è sinonimo di umiltà e voglia di migliorarsi, comportamento da capitano e uomo squadra. Quello che aiuta un compagno e al tempo stesso mette da parte i record personali, perché il trionfo più bello con la maglia dell’Inter è lì a un passo, sta arrivando, ne sente e ne sentiamo il dolce profumino.