Analisi

Cinque cose che abbiamo imparato da Parma-Inter 2-2

Facendosi rimontare le due reti di vantaggio durante un secondo tempo da incubo contro il Parma, l’Inter ha gettato al vento la grande opportunità di portarsi a +6 dal Napoli, in attesa del posticipo di domani sera degli azzurri nella trasferta insidiosa in casa del Bologna. Per analizzare il match con la lente d’ingrandimento, ecco le cinque cose che abbiamo imparato da Parma-Inter 2-2.

1) Nel calcio, come nella vita, l’ambizione ha un prezzo. L’Inter lo ha pagato caro in questa giornata, inciampando in una partita che poteva – e forse doveva – essere il trampolino verso una mini-fuga. Invece, il pareggio contro il Parma rilancia interrogativi già noti: quanto costa voler competere su tutti i fronti? La gestione delle risorse è il primo nodo. Inzaghi ha deciso di togliere Calhanoglu in un momento chiave: una scelta che, letta con gli occhi di chi sogna il triplete o almeno una corsa profonda in Champions, ha senso. Ma è anche una mossa che, vista da chi ha come priorità il campionato, pesa come un macigno. L’assenza di campioni in panchina rende questi passaggi quasi inevitabili. E quando le alternative non sono all’altezza, le conseguenze diventano dolorose.

2) Il primo tempo era stato tutto sommato incoraggiante: Inter aggressiva, offensiva, due gol messi a referto e la sensazione di avere la gara in pugno. Anche perché il Parma, con Chivu in panchina, è giovane, talentuoso e brillante, ma non ancora maturo. Eppure, come già successo contro l’Udinese, la squadra nerazzurra ha mostrato difficoltà nella gestione del vantaggio.

3) Il secondo tempo è diventato un enigma ormai ricorrente. Il baricentro si abbassa, la lucidità svanisce e i gol non chiudono mai davvero i conti. Il Parma ha approfittato dell’incertezza, del calo fisico e mentale, e ha trovato nuova linfa nel gol di Bernabé, riaccendendo un Tardini caldissimo. Da lì in poi, l’inerzia è cambiata e l’Inter non ha più saputo riprendere il controllo.

4) Dietro, in campionato, i numeri non mentono: l’Inter non è perfetta. E quando l’efficacia sotto porta cala – da Lautaro a Thuram, che sembra meno letale e sempre più spremuto – il rischio di buttare via punti pesanti si concretizza.

5) Questo poteva essere il weekend dell’allungo, l’occasione per andare a +6 sul Napoli in attesa del loro impegno a Bologna. Invece, si resta a +4. Poco cambia in termini di classifica – i nerazzurri saranno comunque primi al termine del turno – ma il campanello d’allarme è suonato. L’ambizione è il motore, ma senza gestione e profondità, rischia di diventare anche un freno.

Antonio Siragusano

Antonio Siragusano, classe 1995, fa parte della redazione di Passione Inter dal 2017, di cui ne è responsabile editoriale dal 2024. Laureato in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda, dal 2021 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Appassionato di telecronache e calciomercato, scrive di Inter da quasi dieci anni.

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