L’Inter ha ottenuto una vittoria importante nell’ottavo di finale di andata di Champions League. Il ritorno al gol di Lukaku ha piegato la difesa del Porto e ha permesso ai nerazzurri di prendere un leggero vantaggio in vista della gara di ritorno. Come di consueto, dunque, andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Porto 1-0.
Onana, Acerbi, Brozovic e Calhanoglu, Lukaku. La spina dorsale interista si mostra solidissima, anche a livello ancora più alto come gli ottavi di Champions League.
Partita monstre di Calhanoglu, gestione del centrocampo di altissimo livello di Brozovic quando è entrato al 72′. Inutile continuare a cercare il migliore: godiamoceli entrambi, e non sottovalutiamo l’importanza di una mediana con entrambi in campo e Mkhitaryan pronto a subentrare a gara in corso.
Oggi si è finalmente notato quanto sia pesata l’assenza di Brozovic e Lukaku negli scorsi mesi. Sia perché sono calciatori di primissimo piano nei loro ruoli, ma anche perché consentono una migliore gestione delle alternative, evitando di avere come prima riserva dalla panchina calciatori che abbassano eccessivamente il livello medio della squadra.
Sono gare come queste che fanno alzare il livello, soprattutto mentale, anche se poi magari vieni eliminato. Ieri Inter tutt’altro che perfetta, e proprio per questo la vittoria vale ancora di più. Gli step in avanti dal punto di vista mentale devono passare anche da serate come queste, a cui dobbiamo abituarci a partecipare con continuità.
Mister Inzaghi ha i suoi limiti, lo sappiamo e li conosciamo bene. Ma in Champions League ha dimostrato di essere anche un passo avanti a Conte, in rapporto alle squadre che ha avuto. Ieri cambi ottimi, partita impostata in modo tale da aver consentito ai suoi ragazzi di avere le idee chiare fin da subito su cosa fare e come provare a farlo. Poi il Porto è forte, se ieri non siamo andati sul velluto è soprattutto per questo. Nonostante 2-3 ripartenze pericolose però, alla fine, Inzaghi ha avuto coraggio: lo dimostra il cambio Dumfries-Skriniar e l’aver “accettato” di subire delle ripartenze a patto di avere più uomini a mettere pressione in avanti. Tendenzialmente però, in Champions, il coraggio premia. E infatti l’Inter ha vinto.
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