Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Udinese 4-0
L'analisi della vittoria di San Siro
Inzaghi sa di essere un demone
Il tormentone è nato sui social e da ieri sera è diventato di pubblico dominio, quando è stato riportato a Simone Inzaghi su Sky Sport subito dopo la partita, scatenando la risata irrefrenabile di Dimarco.
La reazione del tecnico non è stata sorpresa, segno che fosse già a conoscenza di quell’aggettivo (“è un demone!“) diventato presto sostantivo (“Il demone“). Partito per scherzo, gli calza sempre più a pennello. Perché, proprio come i demoni, non si arrende mai e ha sempre una soluzione per tutte le evenienze, pronto a beffarti quando pensi sia al tappeto.
Lo ha dimostrato l’anno scorso, nel momento in cui si parlava anche di esonero e ha sfoderato un gran finale di campionato con tanto di doppia finale tra Champions League e Coppa Italia. Ma soprattutto lo sta dimostrando quest’anno, dando seguito a quel periodo, capitalizzandolo e valorizzandolo insieme a tutta la sua squadra. E mai come oggi sembra avere tutto sotto controllo. Il rapporto con i giocatori è ottimo e le soluzioni si rivelano azzeccate (vedi Carlos Augusto in difesa).
Nel sistema infernale del demone Inzaghi, tutti i singoli vengono valorizzati e puoi permetterti di inserire un tassello alla volta, come Bisseck, senza che la squadra ne risenta. Anzi, i nuovi sembrano avere la strada spianata per mostrare la miglior versione di loro stessi. E questo, per un allenatore, è il complimento migliore che esista.