Cinque cose che abbiamo imparato da Sassuolo-Inter 1-0

L'ANALISI DI SASSUOLO-INTER 1-0 L'Inter perde la seconda partita del suo campionato e lo fa, incredibilmente, sempre contro la stessa squadra. Non una big e nemmeno una media del nostro campionato, bensì il Sassuolo penultimo in classifica che non vinceva da due mesi e si presentava alla sfida con la capolista (81 gol fatti) con ben 70 reti al passivo. Decide la rete di Laurienté dopo l'erroraccio di Dumfries che fa infuriare Simone Inzaghi, Inter mai davvero pericolosa. Andiamo a vedere le cinque cose che abbiamo imparato dal ko del Mapei Stadium. SCORRI SCHEDE>>> LA SBORNIA VALE ANCHE PER L'INTER Avete presente il mattino successivo a una serata in cui si fa baldoria e si alza eccessivamente il gomito, magari per celebrare un fondamentale traguardo personale raggiunto? Ebbene, la felicità non va via, ma sei inevitabilmente scarico di energie e anche di voglia, perché accusi gli effetti del giorno dopo. All'Inter è successo qualcosa di simile, perché arrivava - di fatto - da tre settimane cariche di attesa prima, tensione durante e gioia finale. La preparazione verso il derby, il successo storico, l'euforia, la gara con il Torino e poi la festa memorabile a Milano. È naturale che qualcosa paghi, anche in termini motivazionali. Simone Inzaghi ha scelto, inoltre, di dare spazio a diverse seconde linee, rinunciando anche a partita in corso a giocatori come Calhanoglu, Thuram o Dimarco. Certo, il Sassuolo poteva essere battuto anche in queste condizioni, ma tant'è. SCORRI SCHEDE>>> QUANDO IL SASSUOLO FA PIÙ PAURA DEL MILAN Potremmo definire il Sassuolo come anti-Milan, soffermandoci proprio sulla radice del termine: il Sassuolo è per l'Inter antitesi del Milan. Se i nerazzurri vincono contro i rossoneri da sei derby consecutivi e danno l'impressione di batterli prima ancora di giocare, con i neroverdi si è invece sviluppata una sorta di psicosi e non da oggi, bensì da anni. Questa stagione, però, è la conferma definitiva di una tradizione spiacevole che l'Inter ha il compito di spazzare via al più presto, qualora gli emiliani rimanessero in Serie A. I nerazzurri soffrono il Sassuolo anche nell'anno in cui dominano contro chiunque, ovunque e comunque. SCORRI SCHEDE>>> CEDERE DUMFRIES È DAVVERO UN SACRIFICIO? Poi certo, il gol era ampiamente evitabile e deriva da un errore marchiano di Denzel Dumfries, che si è addormentato regalando palla a Doig. Una prestazione, quella dell'olandese, che ben si presta al racconto della sua seconda parte di annata in nerazzurro, complessivamente negativa. E chissà che le costanti voci sul futuro incerto non abbiano condizionato il numero 2 col contratto in scadenza nel 2025 e in odor di cessione. Spesso si dice che, se c'è un giocatore che l'Inter è disposta a "sacrificare", quello sia proprio Dumfries. Verrebbe da chiedersi se il termine 'sacrificio' sia in questo caso corretto, perché l'impressione è che i nerazzurri, per lo status raggiunto, possano permettersi molto di meglio sulla corsia destra. O forse devono, se davvero l'ambizione è quella di alzare l'asticella. SCORRI SCHEDE>>> QUANTO CONTA UNA DICHIARAZIONE Ci sono momenti in cui le dichiarazioni dopo la partita contano più della gara stessa, che per l'Inter aveva un'importanza relativa. È il caso forse di Simone Inzaghi che - nella pancia del Mapei Stadium - ha detto con estrema chiarezza che all'Inter serve "allungare la rosa per la prossima stagione". Non sono dichiarazioni casuali e neppure banali, perché il tecnico piacentino conosce ormai abbastanza l'ambiente Inter da capire in anticipo anche gli scenari futuri. Inzaghi sa bene che, dopo lo scudetto stravinto, le richieste di tifosi e società in termini di obiettivi potrebbero alzarsi, con vista europea. Non la vittoria della Champions come chiede qualcuno a cui il mister ha prontamente replicato, ma andare più lontano degli ottavi di finale sì. Giustissimo che sia così, ma allora serve allineare le ambizioni alle possibilità: la rosa va implementata e appunto "allungata", sia a livello qualitativo che quantitativo, soprattutto nelle seconde linee. Inzaghi lo ha detto forte e chiaro. Zielinski e Taremi sono due ottimi punti di partenza, ma non bastano e c'è la necessità di intervenire ulteriormente. L'argomento principale delle prossime settimane sarà senza dubbio il calciomercato, ma la squadra deve rimanere sul pezzo per centrare un obiettivo che renderebbe la stagione ancora più storica. SCORRI SCHEDE>>> OBIETTIVO 98 PUNTI Con la sconfitta di Reggio Emilia, l'Inter ha detto addio ad alcuni possibili record come le partite consecutive segnando almeno un gol, i punti conquistati nel girone di ritorno, le vittorie in trasferta. Ma non a quello che riguarda sé stessa e la propria storia, ovvero i punti conquistati all'interno di un campionato. Il primato è appannaggio della squadra 2006-07 con Roberto Mancini alla guida, che chiuse a 97 punti complessivi. Vincendo le tre partite che restano contro Frosinone, Lazio e Verona, i nerazzurri si staglierebbero a quota 98. La stagione della seconda stella, già di per sé leggendaria per il traguardo e per il modo in cui è stato centrato, potrebbe essere ulteriormente impreziosita. È questo l'obiettivo che devono porsi i ragazzi di Simone Inzaghi, a prescindere che ci riescano o meno, perché sarà l'antidoto ad ogni forma di demotivazione. Con buona pace delle ulteriori, sacrosante sbornie.

Cinque cose che abbiamo imparato da Sassuolo-Inter 1-0

L'analisi della sconfitta di Reggio Emilia

LA SBORNIA VALE ANCHE PER L’INTER

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Simone De Stefanis - Autore

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Simone De Stefanis
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