Avete presente il mattino successivo a una serata in cui si fa baldoria e si alza eccessivamente il gomito, magari per celebrare un fondamentale traguardo personale raggiunto? Ebbene, la felicità non va via, ma sei inevitabilmente scarico di energie e anche di voglia, perché accusi gli effetti del giorno dopo. All’Inter è successo qualcosa di simile, perché arrivava – di fatto – da tre settimane cariche di attesa prima, tensione durante e gioia finale. La preparazione verso il derby, il successo storico, l’euforia, la gara con il Torino e poi la festa memorabile a Milano. È naturale che qualcosa paghi, anche in termini motivazionali. Simone Inzaghi ha scelto, inoltre, di dare spazio a diverse seconde linee, rinunciando anche a partita in corso a giocatori come Calhanoglu, Thuram o Dimarco. Certo, il Sassuolo poteva essere battuto anche in queste condizioni, ma tant’è.
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