11 Marzo 2023

Cinque cose che abbiamo imparato da Spezia-Inter 2-1

L'ennesima sconfitta che ha mostrato tutti i limiti della squadra di Inzaghi

Lautaro Martinez of Fc Internazionale during the Serie A match beetween Fc Internazionale and Hellas Verona at Stadio Giuseppe Meazza on January 14, 2023 in Milan Italy .

L‘Inter incassa l’ottava sconfitta in campionato, la sesta lontano da San Siro. Questo è il dato più inquietante del 2-1 subito in cada dello Spezia dai nerazzurri. Una gara beffarda, in cui i liguri hanno concretizzato al massimo le pochissime occasioni avute, evidenziando con la matita blu le storture e le debolezze della squadra di Inzaghi. Con la ciliegina sulla torta del rigore sbagliato da Lautaro Martinez.

Come di consueto, dunque, andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Spezia-Inter 2-1.

PAURA DI USCIRE

La paura di lasciare San Siro è la grande fobia dell’Inter di questa stagione. Come abbiamo già evidenziato, delle 8 sconfitte in campionato, ben 6 sono arrivate lontano da casa. Ma non solo: nel 2023, i nerazzurri hanno vinto solo una volta, contro la Cremonese. In questi due mesi e mezzo, sono arrivati 1 vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte in trasferta. Numeri decisamente non all’altezza.

ATTACCO A SALVE

L’altro dato preoccupante è quello dei tiri in porta e delle occasioni create. Secondo il sito Understat, l’Inter ha calciato 28 volte, cogliendo la porta in 7 occasioni e producendo 3.47 xG, più di tre volte quelli dello Spezia, fermo a 0.98 xG. I numeri non possono spiegare tutto, però sanno descrivere bene alcune tendenze: quella dell’Inter sembra essere creare tanti presupposti da rete, ma non avere poi la cattiveria e la precisione per concretizzare. Non è un caso se, oltre al rigore parato, non si ricordino altri interventi miracolosi di Dragowski.

LEADERSHIP NON VUOLE DIRE ARROGANZA

Il rigore parato, appunto. Dalle immagini televisive si è visto come Lautaro Martinez abbia voluto prendersi la responsabilità di andare dagli undici metri, a dire il vero, lasciando un po’ perplesso Lukaku. Un gesto di personalità, forse, ma anche di arroganza: la voglia di voler risolvere la gara a tutti i costi con una giocata personale. Dopo l’errore la situazione non è migliorata e la voglia di riscattarsi ha fatto perdere molta lucidità al Toro. Nel finale di primo tempo, ad esempio, è andato a calciare dopo una lunga corsa, senza nemmeno pensare di servire Lukaku.

GERARCHIE GIREVOLI

Ancora sull’errore dagli undici metri, è inevitabile. Al termine della gara, Simone Inzaghi ha affermato che Lautaro e Lukaku sono i rigoristi, che si deciderà di volta in volta e che entrambi “sono bravissimi”. Quest’ultima affermazione è semplicemente falsa: il belga è nettamente superiore dal dischetto. Lo dicono i numeri. Inzaghi potrebbe aver mentito sapendo di mentire, ma c’è un precedente. Questa situazione di incertezza sui rigoristi era presente l’anno scorso, con lo stesso Lautaro e Calhanoglu. Una tendenza che lascia perplessi e che mostra un po’ di superficialità nei dettagli, spesso decisivi per fare la differenza.

FORTI CON I GRANDI, DEBOLI CON I PICCOLI

A inizio stagione, uno dei grandi limiti dell’Inter sembrava essere l’incapacità di vincere gli scontri diretti. Nel 2023 è tutto il contrario: Napoli, Milan due volte, Atalanta in Coppa Italia e Porto in Champions League, sono state gare affrontate con grande personalità dagli uomini di Inzaghi. Ma la coperta è corta, e con le medio-piccole, i nerazzurri sono stati spesso mediocri se non ampiamente insufficienti. Monza, Parma in Coppa Italia, Empoli, Sampdoria, Bologna e ieri sera lo Spezia ne sono la prova lampante. Le prove di una discontinuità cronica, vero punto debole della stagione dei nerazzurri.