Lo scudetto 2024 è molto diverso dallo scudetto 2021. E no, qui non c’entra (o almeno, non solo) la seconda stella, l’aritmetica ottenuta in un derby, l’empatia creatasi con Simone Inzaghi che – per buona fetta dei tifosi nerazzurri – è imparagonabile ad Antonio Conte. Qui parliamo di gruppo, di percorso. Di lacrime amare che diventano dolcissime e si confondono con la pioggia battente di un derby di aprile.
L’Inter di Conte godeva di un’ossatura che stava cimentandosi: i vari Barella, Lautaro, Bastoni erano certamente profili ottimi e di spessore, ma da considerarsi in ascesa, sui quali lavorare. Cosa che ha fatto benissimo Simone Inzaghi. Oggi il nucleo principale di calciatori nerazzurri è costituito da gente che ha sofferto, incassando delusioni dolorose, prima di vincere: lo scudetto sfuggito in volata nel 2022 contro il Milan ha fatto malissimo per due anni, la finale di Champions a Istanbul è stata certo un trampolino in termini di autostima e convinzioni, ma resta pur sempre una finale persa. I giocatori come Lautaro, Calhanoglu, Dimarco che piangevano dopo Inter-Sampdoria e dopo Manchester City-Inter adesso sono colmi di gioia ed erano scatenati al termine di Milan-Inter del 22 aprile. Il gruppo è di cemento armato, coesione ed armonia sono ai massimi livelli, l’urlo di gioia è stato incontenibile perché atteso, desiderato, sognato e infine arrivato. E questo vale, ovviamente, anche per i tifosi.
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