Cinque cose che abbiamo imparato dalla Supercoppa Italiana

L'ANALISI DEL SUCCESSO DELL'INTER La vittoria in Zona Cesarini contro il Napoli ha regalato all'Inter la terza Supercoppa Italiana consecutiva. Un traguardo non banale, arrivato al termine di una competizione giocata per la prima volta su due partite. Due prove molto differenti per i nerazzurri, che però hanno dato tante conferme su quello che è lo status della squadra di Inzaghi. Andiamo a vedere, allora, le cinque cose che abbiamo imparato dal torneo svoltosi a Riyadh. SCORRI SCHEDE>>> I GIORNI DI RIPOSO FANNO LA DIFFERENZA Inzaghi lo ha ribadito prima e dopo la gara di ieri: giocare una finale a meno di 3 giorni di distanza da una semifinale è una cosa che raramente capita. E in campo si è visto cosa comporta a livello fisico, con un'Inter apparsa più lenta e macchinosa rispetto a venerdì. In questo senso, ha pesato anche il giorno di riposo in meno rispetto al Napoli. Inoltre, al di là dell'aspetto fisico, per una squadra come l'Inter, che del gioco fa la sua prerogativa, avere un girono in meno per preparare le partite rischia di rendere la manovra e l'impostazione della gara meno brillante. Un fattore che non andrà sottovalutato nelle prossime settimane, quando il calendario si farà più ingolfato. SCORRI SCHEDE>>> LA PRIMA VOLTA DI CAPITAN LAUTARO La certezza principale dell'Inter ha un nome e un cognome: Lautaro Martinez. Ci pensa sempre lui, il capitano. Uno status che il Toro si è guadagnato fuori e dentro dal campo, e che continua a confermare di partita in partita. Il gol di ieri sera poi è un po' più speciale degli altri. Non solo perché ha agganciato Vieri nella storia dei marcatori nerazzurri, ma anche perché è stata la prima a regalargli il primo trofeo (si spera di tanti) con la fascia al braccio. SCORRI SCHEDE>>> LA PRESTAZIONE DIPENDE DAL CENTROCAMPO Quando l'Inter gira al meglio, a brillare è sempre il centrocampo dell'Inter, ancora più dell'attacco. Il terzetto Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan fissa il rendimento di tutto il resto della squadra. Ieri sera nessuno dei tre ha giocato al meglio delle proprie possibilità e questo ha avuto evidenti ripercussioni sulla qualità della manovra della squadra. Ecco, allora, che il giro palla ieri sera è stato più farraginoso e lento, perdendo quel movimento armonico che si era visto contro la Lazio. Una sofferenza che si ripercuote anche sull'attacco, con le occasioni che arrivano con meno costanza e nitidezza. SCORRI SCHEDE>>> SEGNALI DI PIANO B Quando sei per lungo tempo la squadra più in forma e con il miglior gioco del campionato, è normale che gli avversari cerchino al più presto il modo per arginare le tue qualità migliori. Inzaghi lo deve aver notato e, infatti, la sua Inter sta cambiando rispetto all'inizio di stagione, abbracciando anche un cosiddetto "piano b" in situazioni di necessità. La fase di costruzione dell'Inter è sempre più fluida, con tanti interscambi tra i giocatori (Pavard e Darmian lo fanno ormai con la stessa, se non maggiore, costanza dei dirimpettai di fascia mancina) e una prima impostazione che tende ad abbandonare la rigidità della difesa a 3. A gara in corso, poi, con la vittoria da ottenere prima dell'incognita dei rigori, il tecnico è passato totalmente a 4, affidandosi a tutte le alternative offensive a disposizione, con Sanchez a ricoprire il ruolo di trequartista dietro le due punte. Una novità tattica che ha fatto vacillare e poi crollare la barriera del Napoli. SCORRI SCHEDE>>> GODIAMOCI IL VIAGGIO, SENZA PAURA PER IL FINALE Terminata la Supercoppa, è necessario un appelo a tutto il popolo interista: godiamoci questa squadra, il suo gioco e i suoi successi. Raramente negli ultimi anni si è vista una formazione così affiatata e spettacolare in campo, così consapevole della propria forza, anche nelle difficoltà. La stagione è ancora lunga e la corsa Scudetto sarà serratissima, ma gli uomini di Inzaghi hanno bisogno del sostegno e dell'entusiasmo di tutto il popolo nerazzurro. Aspettarsi il peggio, è solo controproducente e anche ingenerso. Perché potrebbe anche essere vero che due anni fa il campionato è sfuggito nonostante sembrava essere in pugno, ma va detto anche come quell'Inter e quell'Inzaghi fossero molto diversi rispetto ad oggi. D'altronde, le sconfitte servono da premoria, per imparare e per non ripetere gli errori del passato. Poi si sa: vincere aiuta a vincere.

Cinque cose che abbiamo imparato dalla Supercoppa Italiana

L'analisi del successo di Riyadh

Enrico Traini - Autore

LA PRIMA VOLTA DI CAPITAN LAUTARO

Enrico Traini
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