Come CAMBIA il centrocampo dell’Inter SENZA Calhanoglu
Cosa potrebbe succedere in caso di cessione al Bayern Monaco
Con l’addio di Marcelo Brozovic la scorsa estate, le chiavi del centrocampo dell’Inter sono state definitivamente consegnate nelle mani di Hakan Calhanoglu. Un passaggio di consegne naturale, che Simone Inzaghi aveva già preparato durante l’ultima stagione vissuta dal croato a Milano più che altro per necessità davanti ai ripetuti problemi muscolari del classe 1992.
Una mossa geniale quella adottata dal tecnico piacentino che ha trasformato il turco in uno dei registi più forti in Europa. Un calciatore che ha saputo sfruttare l’enorme tecnica per velocizzare la manovra nerazzurra, ma che ha lavorato tanto per aggiungere quella sostanza in fase di interdizione che mai aveva mostrato nel corso della sua carriera e che gli ha permesso di fare il definitivo salto di qualità.
L’interesse molto forte del Bayern Monaco nei suoi confronti, rischia di privare l’Inter di Inzaghi della principale fonte di gioco. Un addio di Calhanoglu creerebbe non pochi danni a poche settimane dall’inizio della nuova stagione, ma soprattutto costringerebbe il club ad un totale ripensamento del reparto. Vediamo così nell’approfondimento di Passione Inter come può cambiare il centrocampo nerazzurro senza il nazionale turco.
Iniziamo col dire che tanto passerà ovviamente per quello che sarà il suo erede davanti alla difesa. I primi nomi che vengono in mente sono quelli di Asllani e Barella. Il primo viene considerato da due anni come il naturale ricambio davanti alla difesa, acquistato nell’estate 2022 dall’Empoli per una cifra importante proprio perché in lui si intravedevano caratteristiche ideali per mantenere intatta la struttura della mediana nerazzurra. Il secondo, invece, verrebbe totalmente adattato in quella posizione visto che è sempre stato utilizzato da interno.
Nel caso di Asllani, il primo grande punto interrogativo riguarda l’affidabilità. E’ vero che nell’ultima annata si è registrata una crescita decisa rispetto al suo primo anno a Milano, ma allo stesso tempo non ha ancora dato al 100% l’impressione di poter reggere il peso di un reparto così determinante. Su Barella, invece, qualche esperimento Inzaghi lo ha pure provato, ma senza ottenere in cambio grandi risultati. La maturità acquisita dal centrocampista nelle ultime settimane dello scorso campionato potrebbe invogliare il tecnico a riprovarci magari durante il precampionato estivo, liberando a Frattesi lo spazio che reclama da mezzala.
Una terza via è poi rappresentata da Piotr Zielinski. Per andamento della carriera, il centrocampista polacco potrebbe ripercorrere le stesse orme di Calha. Un giocatore offensivo che nei primi anni di carriera è stato prevalentemente utilizzato da trequartista, ma che col tempo si è adattato stabilmente al ruolo di mezzala. Nel Napoli, così come in Nazionale, ha già occupato la posizione di regista con risultati altalenanti. Sotto la mano di Inzaghi potrebbe svoltare una volta per tutte, ma – come avvenuto per il turco – sarà necessario tanto duro lavoro ed un periodo di adattamento che potrebbe richiedere anche vari mesi.
Soluzioni interne a parte, vediamo ora cosa potrebbe offrire il mercato. Un calciatore con le caratteristiche di Calhanoglu ovviamente non esiste e non è dunque da escludere un cambio radicale nella filosofia di gioco di Simone Inzaghi. Con il passaggio da Brozovic al turco, poco è cambiato nelle dinamiche nerazzurre: Calhanoglu ha aggiunto sicuramente più verticalità rispetto al croato, togliendo qualcosina in termini di palleggio. Mobilità e grande dedizione nella fase difensiva, invece, sono rimaste una costante anche nel passaggio tra i due registi.
Soffermiamoci dunque su quest’ultimo punto: se l’addio di Calhanoglu rappresentasse un’opportunità per cambiare radicalmente prototipo di regista? A pensarci bene, riuscire a migliorare quanto fatto lo scorso anno in termini di gioco, dovendo pure sostituire una pedina fondamentale come il 20 nerazzurro, può risultare un’impreso molto complicata da raggiungere. Perché, dunque, non andare alla ricerca di profili dalle caratteristiche diverse? Per Inzaghi non sarebbe la prima volta, visto che alla Lazio si trovò ad utilizzare nella stessa posizione un giocatore più interditore come Lucas Leiva.
Il calcio di oggi sta prendendo una direzione piuttosto decisa: quanto fatto nell’ultima stagione da registi ‘posizionali’ come Rodri e Toni Kroos ne è un esempio. Eccezion fatta per il tedesco che, prossimo al ritiro, può contare su una capacità balistica più unica che rara, a contraddistinguere certi calciatori è soprattutto la velocità mentale nella lettura tattica di ogni situazione di gioco, in entrambe le fasi. Una tradizione che Rodri sta portando avanti e che per molti versi ha ereditato da un grande maestro in Spagna come Sergio Busquets.
Chissà che l’Inter non possa davvero ritrovare, in caso di partenza di Calhanoglu, in un cambio radicale di filosofia il prossimo step di crescita da compiere sotto il profilo del gioco. E’ certo che trovare un sostituto del turco, sia con caratteristiche simili che con abilità diverse, sarà una delle missioni più difficili mai affrontate dai dirigenti interisti negli ultimi anni. Ma ormai lo abbiamo imparato, con Marotta, Ausilio e Baccin, niente sul mercato è impossibile…