Come cambia il rendimento dell’Inter in Serie A quando c’è la Champions League
Quanto incide l'impegno europeo sul campionato?
Ci siamo: sta per tornare la Champions League. La competizione europea più prestigiosa, quella delle grandi notti, è stata oggetto di numerose discussioni recenti nel mondo Inter. Ogni tifoso nerazzurro sogna di fare nuovamente una lunga strada dopo la cavalcata meravigliosa dell’anno scorso, ma in molti non nascondono il timore che il palcoscenico europeo possa prosciugare energie psicofisiche vitali per la lotta scudetto. Una sensazione esacerbata dall’assenza di impegni continentali per la Juventus, esclusa dalle coppe per questa stagione.
Vero è che i risultati recenti stanno scacciando un po’ di fantasmi rispetto a un paio di settimane fa, quando i nerazzurri erano impegnati in una estenuante lotta punto a punto proprio contro i bianconeri. Adesso che però il margine si è fatto più consistente (+7 sulla Juventus e +8 sul Milan, sempre con una partita da recuperare), la Champions League fa un po’ meno “paura”. Cresce la voglia di sognare ancora, come l’anno scorso, seppur abbinata alla consapevolezza che in effetti, alla lunga, qualcosa (o più di qualcosa) l’Europa possa togliere a livello di energie e quindi di punti in Italia.
Ma esattamente quanto? Per farci un’idea, abbiamo diviso il campionato dell’Inter in due blocchi: il primo comprende le giornate in cui la fase a gironi di Champions League non era ancora cominciata più quelle in cui è terminata, il secondo invece è quello relativo alla competizione europea in fase di svolgimento.
L’Inter in Serie A senza Champions League
Questo primo blocco comprende dunque due fasi del campionato: quella dalla giornata 1 alla giornata 3 (Champions ancora di là da venire) e quella dalla giornata 17 alla giornata 24 (fase a gironi finita, qualificazione agli ottavi in cascina).
Nelle prime 3 giornate, l’Inter ha fatto percorso netto battendo Monza, Cagliari e Fiorentina. Il 23 dicembre, 17a giornata, riecco l’Inter definitivamente scevra da impegni europei e appena eliminata dalla Coppa Italia. Da quel momento in poi, i nerazzurri hanno battuto il Lecce, pareggiato col Genoa e vinto in serie contro Verona, Monza, Fiorentina, Juventus e Roma.
Il totale parla di una media vertiginosa in positivo: 2,80 punti di media a partita con 10 gare disputate che comprendono 9 vittorie e 1 pareggio. 28 punti conquistati su 30 disponibili.
L’Inter in Serie A con la Champions League
Il secondo blocco riguarda le giornate dalla 4 alla 16, quelle con la fase a gironi in pieno svolgimento e un calendario di conseguenza molto intasato.
In questo lungo periodo che va dal 16 settembre al 17 dicembre, l’Inter ha battuto Milan ed Empoli, perso con il Sassuolo, vinto con la Salernitana, pareggiato con il Bologna, vinto contro Torino, Roma, Atalanta e Frosinone, pareggiato contro la Juventus, trionfato ancora contro Napoli, Udinese e Lazio.
Il totale parla di una media leggermente discendente, seppure ugualmente notevole: 2,46 punti di media a partita con 13 gare disputate che comprendono 10 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta. 32 punti conquistati su 39 disponibili.
Conclusioni
L’Inter, come si evince dai numeri, ha quindi mantenuto una marcia da scudetto anche nei periodi in cui c’era la Champions League di mezzo, ma ha reso leggermente peggio. Un aspetto da sottolineare è che i due periodi (fortunatamente brevi) di appannamento sono coincisi proprio con il sovraccarico di partite, non per forza con la Champions di mezzo ma quelli in cui le scorie delle molte gare disputate si facevano sentire.
Il primo risale a fine settembre: l’Inter stravince il derby contro il Milan dopo una prestazione memorabile, fa malissimo a San Sebastian pareggiando immeritatamente, poi fatica a Empoli ottenendo i tre punti solo grazie alla prodezza di Dimarco e infine perde in casa con il Sassuolo. Il secondo è di fine dicembre: l’Inter non gioca una buona partita con la Real Sociedad a San Siro chiudendo seconda, una settimana dopo esce dalla Coppa Italia e dopo altri sette giorni pareggia a Genova in una delle poche prestazioni davvero negative della stagione.
Due note a margine, di diverso colore: una in chiave negativa e una in chiave positiva. Cominciamo dalla prima: l’Inter ha accusato leggere flessioni totalizzando meno punti con la Champions League di mezzo nonostante le ampie rotazioni cui Inzaghi ha fatto ricorso in cinque partite su sei (solo col Benfica i titolarissimi in campo). La Champions League di primavera (o quasi) non è paragonabile alla Champions League d’autunno, motivo per cui il tecnico piacentino non potrà permettersi il turnover nelle gare europee a eliminazione diretta come ha fatto durante i gironi. Spremere i titolari, oppure risparmiarne qualcuno in Italia piuttosto che in Europa, ribaltando le gerarchie della prima fase di stagione, potrebbe essere necessario.
Passiamo a quella in chiave ottimistica. L’Inter dell’anno scorso insegna che correre su due fronti altrettanto bene si può. La primavera di un anno fa ha messo le basi della squadra e della mentalità che in questa stagione ci stiamo godendo. La squadra di Simone Inzaghi riuscì a piazzare il filotto decisivo per la qualificazione in Champions, arrivando nel frattempo fino a Istanbul. Quest’anno “basterà” ricalibrare gli obiettivi: non il piazzamento ma lo scudetto in Italia da abbinare, perché no, al sogno chiamato Wembley.