Vi erano non poche incognite intorno al nome di Kristjan Asllani alla vigilia della trasferta contro la Fiorentina. Quella di ieri sera, infatti, per il centrocampista albanese è stata la prima presenza da titolare di questa stagione con la maglia dell’Inter in campionato.
Un impiego forzato, il suo, da parte di Simone Inzaghi, costretto a lanciare l’ex Empoli in assenza di Hakan Calhanoglu fuori per squalifica. Rimasto la scorsa estate nonostante le numerose offerte per il prestito arrivate negli uffici di Viale della Liberazione, Asllani ha saputo resistere ed aspettare il suo momento.
Era stato proprio il classe 2002 a comunicare al club di voler rimanere, pur giocando in questa fase un ruolo per forza di cose marginale alle spalle del regista turco. Un atteggiamento apprezzato dalla società, convinta della potenzialità del ragazzo e soprattutto delle grandi qualità umane.
Caratteristiche che sono emerse appieno anche nelle parole del ragazzo, intervistato ieri sera nel post-partita di Dazn: “So che ho davanti un calciatore fortissimo come Calhanoglu, mi aiuta davvero tutti i giorni, anche durante questi ultimi allenamenti mi ha parlato tutta la settimana. Sono rimasto con convinzione, con umiltà e voglio continuare a crescere con questi campioni. Perché sono rimasto? Non posso dire che non sono convinto, sono qui da due anni e sono convintissimo. Ho dei campioni incredibili accanto, soprattutto Hakan che mi aiuta tutti i giorni. Io posso solo guardare, ammirare e imparare da lui, voglio continuare così con l’umiltà e il lavoro che ho sempre avuto a calcio, proverò a ritagliarmi il mio piccolo spazio”.
Parole di un calciatore che mostra grande maturità, nonostante i (quasi) 22 anni di età. Un ragazzo con la testa ben salda sulle spalle, consapevole di quello che è il suo ruolo attuale all’interno di questo organico e di quella che potrebbe essere la sua crescita tappa dopo tappa.
Ma a proposito, cosa rappresenta oggi Kristjan Asllani per l’Inter e quale progetto ha pensato per lui il club nerazzurro?
Partiamo dalle dichiarazioni di Simone Inzaghi che ieri sera ha parlato così del classe 2002: “Asllani è stato bravissimo, ma non avevo nessun dubbio. Io avevo dei dubbi solo sul fatto se avesse disponibilità a stare un altro anno dietro a Calhanoglu. Però è dentro il gruppo al 100% e si allena sempre bene. Avere un ragazzo come lui è una fortuna per un allenatore. Sono contento per l’assist e ha tenuto bene 95′ nonostante non li facesse da tanto”.
Se sulla qualità dell’uomo non vi sono più dubbi, sotto l’aspetto tecnico – invece – che tipo di calciatore ci troviamo davanti? Analizzando la prestazione di ieri sera, l’albanese ha tranquillamente portato a casa la sufficienza piena, senza strafare. Un match giocato evitando (saggiamente) rischi, forse nella serata peggiore per esordire dal primo minuto in questo campionato e in un momento cruciale della stagione. Davanti vi era infatti una delle squadre che meglio sa palleggiare in Serie A, con un pressing che a tratti rischia di togliere il fiato agli avversari, ma soprattutto la paura di poter diventare il nuovo Radu interista
La presenza di un uomo sulla trequarti, inoltre, poteva moltiplicare il coefficiente di difficoltà della serata di Asllani, in una posizione fastidiosa sia per lui che per de Vrij. E invece, grazie anche ai consigli che quotidianamente gli dispensa Calhanoglu, tatticamente la sua è stata una partita ordinata. Una prestazione impreziosita dall’assist messo a segno per il gol decisivo di Lautaro Martinez, in uno schema già studiato con l’argentino.
A dargli una grande mano, poi, è stato Mkhitaryan, quasi sempre presente in raddoppio in fase di non possesso e abile a sporcare diverse linee di passaggio ai viola. Ecco, rispetto a Calhanoglu la fase di interdizione può e deve sicuramente crescere, ma dal primo Asllani nerazzurro alla versione vista ieri sera al Franchi l’evoluzione in questo senso è già stata notevole.
Col pallone tra i piedi l’ex Empoli ha mostrato grande sicurezza, forte delle qualità tecniche che lo contraddistinguono. Non che ci fossero grandi dubbi in questo senso, visto che in questa stagione era già entrato con personalità in partite non semplicissime (vedi la sventagliata per Dimarco sul gol di Thuram in Inter-Roma). Anche ieri poche sbavature e presenza costante in appoggio ai compagni, quanto si richiede al ruolo che ricopre in campo.
Con la gara di ieri abbiamo dunque scoperto che Asllani in questa Inter può essere un fattore. Non un calciatore ancora determinante, sia chiaro, ma sicuramente un interprete affidabile nelle naturali rotazioni all’interno di una lunga stagione su più competizioni. Il progetto che il club ha disegnato per lui, però, va oltre lo scarso minutaggio che gli è stato fin qui concesso.
Anche a causa del ruolo delicato che ricopre, Asllani non ha fin qui potuto godere dell’effetto Bisseck, non ha cioè del tutto conquistato l’allenatore convincendolo a puntare su di lui preferendolo ad altre alternative. Che quella di ieri sera possa però essere stata la vera partita della svolta in maglia nerazzurra, perché è vero che Calhanoglu ha da poco firmato un contratto fino al 2027, ma il centrocampista turco il prossimo 8 febbraio compirà 30 anni ed avrà bisogno col tempo di una valida alternativa al suo fianco.
E l’Inter ha già in casa un candidato fortissimo, che da ieri sera ha spazzato via tutte le incognite che lo avevano accompagnato nell’ultimo anno e mezzo…
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