Denzel Dumfries e l’Inter si sono riavvicinati nelle ore passate. Il contratto dell’esterno olandese è in scadenza di contratto il 30 giugno 2025 e per questo motivo, nei mesi scorsi, le parti hanno cominciato a discutere di rinnovo.
Inizialmente, l’offerta nerazzurra è stata di circa 4 milioni netti all’anno (lo stesso ingaggio percepito da Dimarco); dall’altro fronte, l’entourage del numero 2 ha sparato alto con una richiesta da 5,5 milioni netti che ha fatto diventare la fumata grigia, tendente al nero. A maggior ragione per l’abolizione del Decreto Crescita di fine 2023 che impedisce ai nerazzurri di godere dei benefici fiscali sull’ingaggio del giocatore, cosa avvenuta al momento dell’acquisto nel 2021.
Per questo motivo, i nerazzurri sono entrati nell’ordine di idee di una cessione estiva di Dumfries: bisogna scongiurare il rischio di perderlo a zero nel 2025. Il colpo di scena, invece, sta proprio nel cambio di rotta dell’olandese, il quale sta bene a Milano e nei meccanismi di Simone Inzaghi. Da valutare, nelle prossime settimane, se ci saranno ancora margini per il rinnovo.
Nel mercato di gennaio, Marotta e Ausilio si sono fiondati su Tajon Buchanan. Ufficialmente per il forfait di Juan Cuadrado, preso in estate per fare il vice Dumfries e il cui posto in rosa è rimasto vacante. In molti, però, hanno visto nell’investimento per il canadese anche un modo per cautelarsi in vista dell’addio dell’olandese: non solo il sostituto, quindi, ma anche l’erede.
Se dovesse rimanere Dumfries, in ogni caso, l’acquisto dell’ex Bruges rimarrebbe comunque azzeccato. L’Inter crede nelle potenzialità del giocatore e una convivenza con l’olandese sarebbe possibile, per due motivi.
Il primo è che la prossima stagione sarà massacrante dal punto di vista degli impegni con la nuova Champions e il Mondiale per Club, quindi servirà una rosa molto profonda e a maggior ragione sugli esterni, ruolo molto dispendioso nel sistema di Inzaghi. Non è un caso che il tecnico opti sempre per le sostituzioni in corsa e anche per le rotazioni costanti di partita in partita.
Il secondo motivo è che Buchanan è più duttile di Dumfries: nelle due presenze fin qui totalizzate (contro Salernitana e Lecce) con l’Inter, il canadese ha giocato sempre a sinistra e non a destra. Un aspetto da non sottovalutare.
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