Sarà la partita più importante degli ultimi tredici anni. Inter-Manchester City, dopo il trionfo di Madrid che valse il Triplete nel 2010, è destinata a diventare la gara più prestigiosa del passato recente nerazzurro. Ma prima di Istanbul, c’è un’altra partita – interna – da giocare, quella che vale una maglia da titolare nel palcoscenico più affascinante: Dzeko contro Lukaku, in finale di Champions chi deve giocare?
Squadra che vince non si cambia. Questa è la prima argomentazione a favore del bosniaco: in tutte le gare decisive della stagione, Inzaghi ha scelto lui. E ha avuto ragione. Nelle sei partite ad eliminazione diretta in Champions (con Porto, Benfica e Milan), ma anche in Supercoppa (contro il Milan) o nelle due semifinali (con la Juventus) e nella finale di Coppa Italia (contro la Fiorentina), ha sempre giocato Edin, che anche quando non ha segnato ha dato il suo prezioso contributo. E, soprattutto, stiamo parlando di vittorie o di qualificazioni conquistate: con il Cigno in campo, l’Inter – nelle sfide cruciali – non ha praticamente mai sbagliato. Quindi, secondo una logica di continuità, Dzeko andrebbe schierato titolare anche nell’appuntamento più importante dell’anno. Senza poi dimenticare i numeri: 14 reti segnate in 51 match. Non certo una statistica impressionante a prima vista – non male però per un 37enne… – ma se si va ad analizzare il peso di questi gol, cambia tutto. Marcatura che apre le danze nel cammino europeo nerazzurro (contro il Viktoria Plzen), sigillo contro il Milan sia in Supercoppa che nell’euroderby d’andata, zampata vincente contro il Napoli nell’incontro che avrebbe potuto riaprire il campionato, doppietta decisiva nello scontro diretto di novembre con l’Atalanta. Tutti gol pesantissimi. Il bosniaco è anche l’unico, assieme ad Onana, ad avere giocato in precedenza una semifinale di Champions: l’esperienza è dalla sua parte. Per chiudere, Dzeko ha i colpi da campione: è in grado di accendersi dal nulla con una giocata improvvisa, come l’ultima rete al Milan, quella realizzata in Supercoppa oppure quella “alla Milito” annullata (per fuorigioco) nella seconda semifinale di Coppa Italia con la Juve. Per vincere le finali, c’è bisogno di questi giocatori qua.
Motivo numero uno: è tornato in forma. Superati gli acciacchi fisici della prima parte di stagione che l’hanno limitato notevolmente, Romelu adesso ha ripreso le sembianze del vero Big Rom. Dopo i mesi iniziali saltati per infortunio e quelli successivi (post-mondiale) impiegati per ritrovare la condizione atletica di cui ha bisogno, Lukaku ha mostrato giocate e sprazzi del fuoriclasse in grado di trascinare i nerazzurri di Conte allo scudetto nel 2021. E i numeri dell’ultimo periodo lo confermano. 4 centri e 3 assist ad aprile, 5 reti e 1 passaggio vincente a maggio. Poi c’è l’intesa con il Toro. Recentemente, la Lu-La è tornata a brillare come ai tempi del biennio contiano. E i risultati lo dimostrano. Le prestazioni dominanti con Empoli, Roma e Sassuolo hanno certificato come Lukaku possa ancora fare la differenza e primeggiare nel campionato italiano, proprio come nella sua prima avventura a Milano. Non è ai livelli di Dzeko, ma qualche sigillo pesante l’ha piazzato pure lui: a segno nel recupero della semifinale d’andata di Coppa Italia con la Juventus, gol-qualificazione agli ottavi di Champions con il Porto e firma preziosissima a Lisbona contro il Benfica, centro decisivo nella vittoria con l’Atalanta che ha blindato il quarto posto. In tutto questo, non va dimenticato il suo gioco di fisico spalle alla porta utilissimo per far salire la squadra e per innescare i compagni con sponde intelligenti, oltre alla sua capacità di sfondare in campo aperto grazie ai suoi strappi impressionanti (caratteristica che potrebbe rivelarsi decisiva contro un avversario come il Manchester City). Ultimo, ma non meno importante, la sua abilità straordinaria nel calciare i rigori: 18 penalty segnati su 18. Un cecchino infallibile. E in una partita secca, sia durante i 90 minuti che nell’eventuale lotteria post-supplementari, può fare particolarmente comodo.
DZEKO | IL CONFRONTO STAGIONALE | LUKAKU |
51 | Partite | 36 |
14 | Gol | 14 |
2836 | Minuti | 1955 |
202 | Gol ogni X minuti | 139 |
5 | Assist | 7 |
33 | Partite da titolare | 20 |
La sfida resta apertissima. Inzaghi ha a disposizione ancora qualche giorno per decidere su quale dei due bomber puntare. Prima della partita più importante della stagione e degli ultimi tredici anni, c’è un’altra partita con il risultato ancora in bilico: Dzeko contro Lukaku. Chi avrà la meglio?
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