EDITORIALE – (Uscire a) guardare il calendario
Il consueto editoriale del lunedì sera. Stavolta incentrato sul prossimo futuro (e sul calendario, come dice il titolo stesso)La conseguenza naturale e diretta di riuscire a tenere una media punti piuttosto elevata (2,33 punti a gara, per la cronaca) è ovviamente guardare la classifica più spesso. Anzi, tornare a guardare la classifica più spesso. Il passo ulteriore, quando la graduatoria inizia a tornare vagamente più sorridente rispetto a un desolante passato tutt’altro che remoto, è ricominciare a considerare anche il calendario che attende l’Inter. Del resto è un giochino classico: si guarda avanti per provare a immaginare in che condizioni si arriverebbe a un tal punto di svolta X e qualunque tifoso ci è cascato almeno una volta.
Adesso è il momento in cui – archiviata la pratica Empoli come prova del fatto che la squadra non si è disunita dopo il ko dello Juventus Stadium – in tanti tornano a pensare a cosa verrà dopo, prova ne sia che molti tifosi nerazzurri sono piuttosto preoccupati dalla trasferta di Bologna, essendo che i rossoblù hanno avuto di che infuriarsi nelle scorse settimane, tra goleade subite, beffe in superiorità numerica e torti arbitrali a sfavore.
Ma non è solo al Dall’Ara che si deve guardare: il filotto di partite che inizia con la squadra di Donadoni e termina con la trasferta a Torino, sponda granata, dirà con più precisione di adesso quante possibilità ci siano effettivamente di arrivare a trovare il podio e, con esso, la chance di una qualificazione in Champions League. Ovviamente molto passa dalla sfida interna con la Roma, ma l’Atalanta non verrà a Milano in gita premio, il Torino e il Cagliari sono avversarie decisamente dure tra le loro mura amiche e del Bologna s’è già detto. Una manita di appuntamenti molto più ostici di quanto non dica la proverbiale carta, tra i quali si annidano due scontri diretti: prima quello con la Roma (e si sa) ma poi anche la partita con la stessa Atalanta che – va ricordato – ha attualmente gli stessi punti della Beneamata e corre a rotta di collo per un posto in Europa League (almeno, non si sa mai).
La morale è che l’Inter è attesa da cinque settimane “poco simpatiche” per citare qualcuno che un tempo non lontano contava parecchio dalle parti di Appiano Gentile e che è obbligatorio arrivarci al massimo (ottimo che D’Ambrosio non si sia fatto nulla, bene che Perišić torni a disposizione con una settimana d’anticipo, bisogna sperare che anche Brozović torni in forma il prima possibile). Per sapere qual è il futuro che la sorte ha in serbo per il Biscione, tuttavia, c’è stato bisogno – come (quasi) dice il Sommo fiorentino – di uscir a rivedere il calendario, operazione che a dicembre sembrava totalmente velleitaria. Ed è già qualcosa.