28 Agosto 2021

Da esubero a risorsa preziosa: il nuovo volto di Vidal

Il cileno ora è il trascinatore a gara in corso

Arturo Vidal (@Getty Images)

Il valore tecnico e di personalità di Arturo Vidal non è mai stato in dubbio. Un calciatore con una tale bacheca di trofei non si può discutere. Tuttavia, vuoi per l’età, vuoi per il carattere spigoloso, fumantino e a volte sopra le righe, all’Inter non era riuscito ad imporsi. Nella sua prima stagione,  sotto la guida del suo mentore Antonio Conte, era sempre rimasto nell’ombra, con una annata curiosamente negativa nonostante la vittoria dello Scudetto. Unico acuto degno di nota il goal alla “sua” Juventus. Ora però qualcosa sembra cambiato.

In questo avvio di stagione infatti Vidal appare trasformato, rigenerato dalla cura Inzaghi e, probabilmente, da una preparazione atletica completa e mirata. Inoltre non pare più svogliato, demotivato, ma seriamente coinvolto nel progetto, desideroso di riscattare le prestazioni opache di un anno fa. Sa benissimo che deve farsi perdonare dai tifosi e l’inizio è più che incoraggiante.

Arturo Vidal (@Getty Images)

Inzaghi ha ritagliato per lui un ruolo diverso: non più protagonista dal primo minuto, ma risorsa preziosa a partita in corso, trascinatore ed appiglio nel momento del bisogno. Il tecnico è riuscito a fare capire al cileno che dall’inizio può essere decisivo, ma che, centellinando il suo impiego nella maniera corretta, lo può diventare sempre, sistematicamente. Un po’ come l’ultimo Altafini alla Juventus, l’arma segreta da sfoderare nei finali di gara e che non deludeva mai.

A San Siro contro il Genoa a Vidal sono bastati 20 minuti per timbrare con un goal e un assist. Ieri sera a Verona, pur non segnando, ha dato una scossa alla squadra, un’iniezione di fiducia, carisma, tecnica e grinta che hanno di fatto svoltato la partita. La sua sventagliata per Darmian, da cui è nato il goal del vantaggio, è qualcosa di esteticamente meraviglioso e tatticamente geniale.

Vidal ora è una fonte a cui attingere nel momento del bisogno, il cambio per spaccare le gare più complicate. Ora starà al cileno confermarsi ed accettare completamente il proprio ruolo, diventando sempre più protagonista e riscattandosi del tutto. Ma, parafrasando un noto detto, meglio 20 minuti da leone che 90 da pecora. Giusto, Re Arturo?

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