Frattesi e Asllani titolari: ecco perché stavolta sarà DIVERSO
Una chiave della sfida di domenica
Davide Frattesi e Kristjan Asllani, tante cose in comune. Tre anni di differenza, entrambi arrivati giovani all’Inter con la speranza di mettersi in mostra e prendersi il centrocampo, entrambi costretti a fare i conti con l’elevato spessore del trio titolare, così elevato da sembrare inscalfibile. Il romano e l’albanese hanno stretto un grande legame fuori dal campo, come dimostrano i siparietti visti in Supercoppa. Ebbene, Fiorentina-Inter sarà il momento di trasportare quel feeling anche dentro il rettangolo verde, in una partita chiave per la stagione nerazzurra.
Firenze è fondamentale, Firenze è delicata. E lo è a maggior ragione perché l’Inter si ritroverà in una situazione inedita, perché non si è mai ritrovata a dover fronteggiare le assenze contemporanee di Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu in questa Serie A. Inutile ribadire il ruolo cruciale che il sardo e il turco – diffidati e ammoniti rispettivamente contro Napoli e Monza – ricoprono nello scacchiere di gioco di Inzaghi. Inutile pure piangere sul latte versato, soprattutto l’evitabile protesta di Barella a Riyad.
Più utile, invece, soffermarci sui numeri totalizzati finora dalla coppia Frattesi-Asllani, sui precedenti con entrambi titolari e su cosa può cambiare rispetto alle ultime volte.
Numeri e precedenti con Frattesi e Asllani titolari
Davide Frattesi ha fin qui disputato 932 minuti stagionali, segnando ben 4 gol. Solo una volta, però, è partito titolare in Serie A: il precedente risale a Empoli-Inter, quinta giornata di campionato dello scorso 24 settembre. Per il resto, le altre cinque presenze dal primo minuto sono spalmate fra le quattro di Champions League (Salisburgo andata e ritorno, Benfica in trasferta, Real Sociedad in casa) e l’ottavo di Coppa Italia contro il Bologna.
Kristjan Asllani ha totalizzato invece 448 minuti stagionali e non è mai partito titolare in Serie A, subentrando per 11 volte. Le sue tre apparizioni dall’inizio risalgono all’esordio in Champions League contro la Real Sociedad – complice il problema fisico di Calhanoglu -, alla gara di Lisbona e a quella di Coppa Italia.
Frattesi e Asllani hanno condiviso il campo, fino a qui, per 313 minuti complessivi. Il classe 1999 e il classe 2002 sono partiti insieme da titolari soltanto in due occasioni e non è andata benissimo: Benfica-Inter 3-3 e Inter-Bologna 1-2 dopo i tempi supplementari. Se a Lisbona il romano è comunque andato a segno nel secondo tempo, l’albanese ha sempre deluso quando è stato titolare in questa stagione. Con loro due insieme, però, l’Inter non ha mai vinto.
A Firenze il contributo di entrambi sarà fondamentale per invertire il trend e ci sono i presupposti affinché la storia possa cambiare, anche perché vicino a loro ci sarà un fattore su cui non hanno potuto contare nelle due occasioni precedenti.
La differenza parla armeno
Ritorniamo a Benfica-Inter e Inter-Bologna. Se a Lisbona il 29 novembre la formazione era interamente sperimentale, a San Siro il 20 dicembre le scelte sono state leggermente più ponderate con alcuni titolari schierati dall’inizio. Ciò che non è cambiato, però, è stato l’assetto del centrocampo: in entrambi i casi ecco il trio Frattesi-Asllani-Klaassen. Dei tre, l’olandese è quello che ha giocato meno in stagione e che anche per questo, di fatto, non si è ancora inserito nei meccanismi di Inzaghi.
L’opposto, insomma, di quell’Henrikh Mkhitaryan fedelissimo del tecnico piacentino che domenica a Firenze guiderà il centrocampo nerazzurro per l’ennesima volta, con un carico di responsabilità addirittura superiore rispetto al solito. L’armeno, infatti, è chiamato fare la differenza anche nel guidare i due giovani verso una buona prestazione, infondendo sicurezza con la sua capacità di gestire i ritmi e i governare entrambe le fasi.
Dovrà coprire le consuete incursioni di Frattesi verso l’area avversaria e avrà il compito di aiutare Asllani in fase di impostazione, prendendosi palla quando necessario ma soprattutto offrendogli soluzioni in quanto a linee di passaggio da percorrere, fronteggiando il pressing prevedibilmente alto della Fiorentina. Solo così l’albanese potrà sconfiggere quella timidezza spesso tangibile, quando parte dall’inizio. Perché le doti tecniche di Kristjan non sono in discussione, così come l’utilità di Frattesi ma mai quanto la saggezza calcistica di Henrikh. E Micki dovrà essere saggio come sempre, più di sempre. Da lui, anche da lui passano le prestazioni dei due giovani centrocampisti all’interno di una gara crocevia per la corsa al tricolore.