La favola ordinaria di Éder: gregario indispensabile in un panorama di primedonne
Sacrificio, impegno, disponibilità: Éder è il volto di un'Inter che vuole riprendersi la ribalta partendo dalla dedizione del lavoro e del sudore, piuttosto che dal protagonismo delle prime pagine dei giornali. L'esempio di un professionista non distratto dagli obbiettivi fotografici, ma attento all'incidenza dei risultatiOltre ad aver avuto i contorni di una catastrofe (si auspica) rigenerativa, il tumulto scatenato dalla Nazionale dell’ormai ex CT Giampiero Ventura ha concentrato su di sé i dibattiti dell’Italia calcistica dell’ultima settimana, mitigando lievemente gli ardori faziosi dei cultori della Serie A. Col sipario che cala sulle sciagure di Tavecchio e di una Federazione che dovrà necessariamente sgomberare i cocci, però, il fine settimana ritorna a solleticare la curiosità in vista della ripresa del campionato, che riparte pirotecnicamente.
Infatti, la 13° giornata si è inaugurata da una scoppiettante vittoria della Roma nel derby capitolino e con l’evento serale del San Paolo di Napoli che opporrà gli azzurri di Sarri al Milan di Vincenzo Montella, chiamato a dare continuità alla vittoria di Reggio Emilia sul Sassuolo prima della sosta. Il programma di domenica, invece, vedrà la Juventus impegnata a Marassi contro la Sampdoria nel pomeriggio, in attesa del posticipo delle 20:45 che interesserà a San Siro l’Inter e l’Atalanta.
Proprio la squadra di Luciano Spalletti potrebbe avere l’opportunità di recuperare terreno alle concorrenti per i piani alti – scendendo in campo consapevole degli esiti di tutte le altre – e di ridimensionare il pareggio casalingo col Torino, descritto in maniera esageratamente disfattista da un’ampia frangia della stampa. Per il tecnico toscano, non dovrebbero esserci particolari dubbi di formazione, stante la riconferma del centrocampo e il recupero completo di Icardi, che sembra ha smaltito l’infiammazione recentemente occorsagli.
Ma seppure l’attaccante argentino dovesse chiedere di rifiatare, l’alternativa sarebbe di assoluto spessore, e risponderebbe al nome di Éder Citadin Martins: con la smagliante forma esibita nelle recenti uscite, l’attaccante italo-brasiliano ha dimostrato di poter essere decisivo e prorompente ogni volta sia stato chiamato in causa da inizio stagione. Per l’appunto, le nove presenze totalizzate nell’attuale massima serie attestano che il contributo offerto sia stato fondamentale ai fini di alcuni risultati, nonostante non annoveri alcuna titolarità: in media, è bastato che disputasse più di venti minuti perché lasciasse il segno.
Bologna, Genoa e Torino sono testimonianze di questi dati: un rigore procurato, la spinta fulminea per la rete decisiva, e una marcatura salvifica, rappresentano il gruzzolo accumulato da Éder, che ha risolto più del 33% delle gare in cui sia stato buttato nella mischia; numeri che si specchiano anche in quelli della passata annata, dove su 40 presenze – non tutte dal primo minuto – si è trovato a siglare 10 segnature e 6 imbeccate per i compagni. Senza dimenticare le dichiarazioni in zona mista nel post-sconfitta col Sassuolo nel maggio scorso, dove ha denotato di essere uno dei pochi approdati all’Inter nell’ultimo lustro ad avere colto la grandezza.
Più in generale, Éder si identifica in quell’unione tra incommensurabile abnegazione e verve combattiva che tanto ha convinto Spalletti a preservarlo dalle sirene delle società interessate nel mercato estivo, e a spingere per regalargli un rinnovo contrattuale che fosse suggello di una stima sempre riservatagli dall’allenatore di Certaldo. Il pallone insaccato due settimane fa è un tassello nel mosaico della sua strabiliante capacità d’essere prezioso nello scacchiere tattico, incisivo in fase di manovra, e determinante nell’esito finale; in buona sostanza, l’apporto garantito dalla seconda punta italo-verdeoro è il prototipo dell’efficacia che il calcio moderno richiede ai suoi interpreti, e Luciano pare essersene accorto da lungo tempo. Domani sarà l’ennesima occasione per vederlo all’opera, e magari per replicare la bordata di Bergamo su punizione che dista esattamente un anno, augurandoci che stavolta sia foriera di vittoria.
D’AMBROSIO E PERISIC CARICHI PER IL RITORNO DI GOMORRA